Poche attività fisiche sono in grado di unire due persone più del ballo. Per un buon risultato, infatti, è necessaria una sincronia e una sintonia speciale. Proprio su questo cocktail di tecnica e alchimia si sono concentrati gli sforzi dei ricercatori dell’Università di Roma La Sapienza insieme alla Fondazione Santa Lucia. Gli studi si sono indirizzati verso il cervello e i risultati sono stati davvero interessanti.
È stato dimostrato che esiste una regione del cervello in grado di renderci dei provetti danzatori. Per arrivare a questa scoperta, i ricercatori hanno chiesto ad alcuni volontari di coordinarsi con un compagno virtuale, imitandone i movimenti o facendone altri complementari. Nel corso dell’esperimento, tramite un procedimento non invasivo definito stimolazione magnetica transcranica, sono state inibite alcune aree cerebrali. Quando si è giunti alla parte sita nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello si sono avuti risultati sorprendenti: la capacità di coordinamento con il partner è calata drasticamente, mentre non è stata intaccata minimamente la possibilità di interagire in modo complementare.
Ne deriva una sola consapevolezza: nel solco intra-parietale anteriore sinistro del cervello risiede il centro di coordinamento tra i propri movimenti e quelli del partner. Ed è da lì, quindi, che possono nascere i tanto fastidiosi ‘pestoni’ durante il ballo di coppia. Lo studio verrà pubblicato sulla prestigiosa rivista inglese Nature Communication, ma i ricercatori sono intenzionati a proseguire le indagini. Si potrebbe “fare luce su processi d’interazione più complessi come quelli mediati dalla comunicazione verbale e per comprendere condizioni psicologiche e psichiatriche caratterizzate da difficoltà nella sfera sociale e affettiva”, afferma con orgoglio il ricercatore Matteo Candidi. Insomma, oltre a ballare meglio, potremmo anche capirci meglio.
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