La musica hip hop può aiutare la salute mentale? Uno studio dice di si

La musica, si sa, è un antidoto contro i problemi quotidiani, ma secondo dei ricercatori britannici può guarire i problemi mentali. In Inghilterra, infatti, esiste un’iniziativa, l’Hip hop psych, che affronta i problemi di salute mentale attraverso la musica hip hop. In un articolo scritto dai medici fondatori dell’Hip hop psych e pubblicato sulla rivista medica Lancet sono stati messi in relazione i testi di musica del rapper Kendrick Lamar con i problemi psicologici. Kendrick Lamar è un rapper di Compton in California che, dal 2011, ha pubblicato tre album musicali.

Hip-Hop Psych descrive la sua iniziativa come “l’interfaccia che collega la musica hip-hop  alla salute mentale”. Nei testi di musica rap, come dichiarano i fondatori di questa associazione, Akeem Sule e Becky Inkster, che hanno scritto l’articolo, non ci sono solo riferimenti ai soldi e allo sfruttamento delle donne. Secondo i medici, infatti, l’hip-hop è ricco di riferimenti alla salute mentale legati alla tossicodipendenza, alle psicosi,al disturbo della condotta, al disturbo bipolare, ai disturbi borderline di personalità e così via, così come molteplici fattori di rischio ambientale (ad esempio, urbanizzazione, la cattiva alimentazione, le influenze parentali distruttive) e i fattori di rischio con predisposizione genetica.

Ad esempio in un testo di Lamar ispirato ai problemi di alcolismo di cui soffriva suo nonno, “Swimming pools”,  si esaminano i fattori di rischio genetici e ambientali che possono aumentare il rischio di dipendenza da alcol. Akeem Sule e Becky Inkster stabiliscono, infatti, che proprio l’aver affrontato questo tipo di problemi nei suoi testi lo ha aiutato a non soffrirne e può essere molto utile per chi usufruisce di questo tipo di musica. I medici concludono che come la musica di Kendrick Lamar dipinge un quadro di come i suoi personaggi affrontano i problemi di salute mentale, così l’hip hop potrebbe aiutare gli psicologi a capire le lotte interne ed esterne dei loro pazienti.

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