Radiografie in gravidanza: sono davvero dannose per il feto?

Durante il periodo della gravidanza è altamente sconsigliato fare delle radiografie: si tratta solo di una leggenda, oppure è vero che potrebbero esserci delle conseguenze negative sul feto? A portare alla luce questo tema è La Stampa con un articolo in cui viene spiegato perché non bisogna preoccuparsi. Questo antico dubbio è tornato sotto l’occhio dei riflettori nel film Nessuno si salva da solo di Sergio Castellitto in cui la protagonista Delia (interpretata da Jasmine Trinca) abortisce il terzo figlio dopo essersi sottoposta a delle radiografie ai denti e quindi ha il timore che le esposizioni alle radiazioni possano causare danni al futuro bambino.

A volte però le preoccupazioni si rivelano ingiustificate: “Come fisici medici – ha dichiarato la dottoressa Luisa Begnozzi, presidente dell’Associazione Italiana di Fisica Medica, attraverso un’intervista al quotidiano – ci ritroviamo spesso in situazioni di questo genere. Senza voler giudicare la decisione di ricorrere all’aborto vogliamo affermare chiaramente che la scelta debba essere presa in seguito ad una corretta informazione. Oggi, quelle relativa alla pericolo di malformazioni in seguito ad esposizione a radiazioni, non sempre viene fornita correttamente. Le donne non trovano risposte e brancolano nel buio“.

La scienza è chiara sul legame fra radiazioni e rischio di malformazioni: gli effetti nocivi si verificano solo per dosi che sono molto più elevate rispetto a quelle che si ricevono con questi esami. Per maggiori informazioni a riguardo basta chiedere all’Associazione Italiana di Fisica Medica, ente che si occupa proprio di fornire una corretta comunicazione sui rischi delle radiazioni per uso medico: “Sebbene sia sempre indicato rimandare l’esposizione alle radiazioni durante la gravidanza – ha continuato la Bergnozzi – a meno che l’esame non sia strettamente necessario, le radiografie endorali diagnostiche sono eseguibili in gravidanza se utili per la diagnosi di una patologia dentale e le dosi erogate non possono ritenersi associate a rischio di malformazioni“.

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