Come ogni anno a fine marzo torna l’ora legale: per la precisione la notte tra sabato 28 e domenica 29 bisognerà spostare le lancette un’ora avanti, perdendo così sessanta minuti di sonno. Questo non è l’unico problema apparente. Il disagio – secondo quanto riportato da Adnkronos Salute – porterà oltre nove milioni di persone a provare un aumento di irritabilità, di senso di fatica, di insonnia ed inoltre ci sarà anche la comparsa di forti mal di testa (leggi su Velvet Body come risolvere questi disturbi). Secondo lo lo psichiatra Michele Cucchi, direttore sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, è colpa della cronobiologia che studia l’adattamento ai ritmi solari e lunari.
“Le attività ormonali e cerebrali – ha dichiarato – che regolano il sonno e le malattie dell’umore son contraddistinte da una ritmicità periodica, determinata dal susseguirsi dei giorni, delle stagioni e degli anni. A dimostrare questo processo esistono molte teorie derivate da evidenze scientifiche, che indicano la depressione come malattia tipica dei ritmi biologici“. Quindi il cambiamento dall’ora solare a quella legale interviene sui meccanismi che generano la sindrome depressiva: “Fatta infatti – ha continuato – non solo di male di vivere, pessimismo, sensi di colpa e apatia ma anche di sintomi più fisici più intuitivamente riconducibili ai ritmi circadiani come insonnia e inappetenza, con un’oscillazione della gravità della sintomatologia nel corso della giornata“.
Una corretta idratazione aiuterebbe a superare gli inconvenienti causati da questa alterazione. Ovviamente poi gli effetti possono variare in ogni singolo individuo: “Soprattutto – ha concluso – in funzione del loro essere più ‘gufi’ o ‘allodole’, quindi più animali notturni, serali che prediligono lavorare e essere attivi alla sera, o al contrario con una propensione a rendere maggiormente proprio nelle prime ore della giornata“. E non è finita qui. Uno studio dell’Università del Michigan ha dimostrato che il lunedì successivo al cambio dell’ora aumentano i casi d’infarto di circa il 25 per cento. Il 30 marzo, quindi, state molto attenti.
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