Fumare durante la gravidanza può arrecare gravi danni allo sviluppo del feto. A sostenerlo sono alcuni studiosi inglesi della Durham University, che hanno dimostrato quanto l’assunzione di nicotina durante i nove mesi possa essere rischiosa per il bambino. Presso il James Cook University hospital di Middlesbrough è stato svolto un controllo su 20 donne incinte, 4 delle quali erano abituate a fumare in media 14 sigarette ogni giorno. Dopo aver analizzato le immagini dalla 24esima, 28esima, 32esima e 36esima settimana di gestazione si rileva che il feto portato in grembo da una fumatrice tende a muoversi di più, toccandosi più spesso il viso e la bocca, rispetto a quello portato da una non fumatrice.
Si tratta di un’anomalia rispetto al normale percorso di sviluppo del bambino, in quanto i primi movimenti e un maggiore controllo degli arti vengono acquisiti a ridosso della nascita. I risultati delle analisi, pubblicati sulla rivista Acta Paediatrica, indicano che il fumo può causare ritardi nel sistema nervoso centrale. La maggiore motilità riscontrata, infatti, è un chiaro segnale che il bambino si trova in una situazione di debito d’ossigeno e quindi di maggiore agitazione. Le immagini delle ecografie, realizzate con macchinari 4D e ultrasuoni per catturare meglio i piccoli movimenti del nascituro, sono state diffuse con l’intento di incoraggiare le donne a non fumare durante la gravidanza.
La scoperta di questi dati apre la strada così ad una ricerca molto più approfondita sul campo rispetto al passato. Lo conferma la dottoressa Nadja Reisslan, coordinatrice del progetto, secondo cui “sarebbe necessaria una ricerca su un campionamento maggiore per confermare questi risultati e per studiare gli effetti specifici“. “La tecnologia ci permette oggi di vedere ciò che è stato nascosto in precedenza e dimostrare come fumare può ritardare lo sviluppo di un bambino in un modo che noi non avevamo immaginato prima“, precisa il professor Brian Francis, co-autore della ricerca.
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