A volte chi è obeso ha difficoltà fisiche rischiose e l’unica soluzione possibile sembra quella di un’operazione per dimagrire. Alcuni però hanno paura di questo intervento a causa delle conseguenze. Per questo motivo la chirurgia bariatrica si sta occupando di alternative meno traumatiche e facilmente reversibili. Tra le tante possibilità c’è quella di non tagliare lo stomaco, ma di schiacciarlo, avendo così diversi vantaggi: “Utilizziamo come accesso esclusivamente la bocca – ha spiegato Cristiano Huscher attraverso un’intervista al Corriere della Sera – Da qui introduciamo un endoscopio speciale alla cui estremità è montato un sistema che consente di attirare il tessuto dello stomaco e ‘pizzicarlo’. Qui vengono apposti ventuno punti di sutura in modo da ridurne sensibilmente lo spazio interno“.
Si tratta di una procedura sperimentale: Huscher ha effettuato al momento solo cinque interventi di questo tipo nel nostro Paese, mentre nel resto del mondo in questo modo sono stati risolti ben centoquaranta casi. L’intervento dura un’ora, quindi ben tre ore in meno rispetto a quello tradizionale. Inoltre tra i vantaggi più grandi c’è quello del dolore e delle complicazioni post-operatorie quasi azzerate. Senza contare l’assenza assoluta di cicatrici visibili, visto che non ci sono incisioni né esterne, né interne: “Anche la degenza – ha continuato – e la convalescenza sono naturalmente molto più brevi di quelle previste dalle operazioni tradizionali“.
L’unico “problema” è che la dimensione ridotta dello stomaco non permette di introdurre grandi quantità di cibo e quindi i medici consigliano (oltre ad una modesta attività sportiva di circa un’ora di camminata al giorno) una dieta che prevede sette o otto pasti al giorno invece dei classici due o tre. E se i pazienti dovessero avere problemi a seguire questo regime alimentare? Il vantaggio sta proprio nella reversibilità, infatti chi vuole può fare una successiva operazione analoga per togliere i punti fissati in precedenza.
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