Dai rapper americani che portano in spalla il loro stereo lungo la 5th Avenue (nonostante non siano più gli anni ’80) fino ai ragazzi italiani – e non solo – che se ne vanno a spasso con le cuffie (quelle grandi da dj per ascoltare musica che hanno preso il posto degli auricolari), sono tutti finiti nel mirino dell’Organizzazione mondiale della sanità.
In occasione della ‘International Ear Care Day 2015’ la giornata internazionale per la cura dell’udito, che si celebrerà il 3 marzo 2015, l’Oms ha lanciato il suo monito: ‘Vietato ascoltare musica in cuffia per più di un’ora al giorno’. A rischio di sviluppare una perdita di udito, infatti, sono circa ‘1,1 miliardi di teenager e giovani adulti – avverte l’Oms – per via dell’ascolto non sicuro di musica con le cuffie e per l’esposizione a livelli dannosi di rumore in eventi e luoghi di intrattenimento’. Ma c’è di più: anche il volume dovrà essere più basso e non deve andare oltre il 60% del massimo consentito dai dispositivi.
Secondo la ricerca sviluppa dall’Oms un individuo su due tra gli adolescenti e i giovani adulti (età compresa tra 12 e 35 anni) è esposto a suoni a volume dannoso. E questo avviene soprattutto nei Paesi ad alto e medio reddito dove l’uso di smartphone, lettori Mp3 e altri dispositivi è più esteso, così come è più diffusa la tendenza ad alzare il volume negli headphones per superare i rumori ‘di fondo’ della città. Questo, però, ha generato cifre allarmanti: in Italia a soffrire di ipoacusia (diminuzione dell’udito) sono circa 7 milioni di persone.
Come risolvere il problema? Eliminare le cuffie? Non ascoltare più musica? Nulla di così drastico. Anche se difficilmente i ragazzi ‘preferiscono non sentirci da questo orecchio’, se vogliono salvarli entrambi devono moderare l’uso delle cuffie. Come? Semplicemente seguendo la regola del 60: musica di intensità non superiore a 60 decibel e per non più di 60 minuti al giorno.
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