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Additivi nei cibi, principali responsabili di colite ed obesità

Se durante la nostra spesa al supermercato leggessimo le etichette dei prodotti che acquistiamo, troveremmo molteplici voci, tra le quali sicuramente non potrebbe mancare quella che indica la presenza di additivi alimentari. Formaggi, dessert, vino, piatti pronti, gelati, caramelle e prodotti da forno: in ognuno di questi comuni alimenti, sono presenti gli additivi alimentari, necessari per la loro lunga conservazione.

Questi additivi però, oltre a prolungare la durata dei cibi, possono alterare la composizione della nostra flora intestinale, provocando infiammazioni e favorendo lo sviluppo di veri e propri disturbi di sindrome metabolica. Lo dimostra una nuova ricerca effettuata da esperti della Georgia State University Institute, della Emory University, della Cornell University e della Bar-Ilan University in Israele.

Nel corso della ricerca, gli studiosi hanno somministrato per tre mesi a tre campioni di topi due emulsionanti molto utilizzati negli alimenti: il polisorbato 80 e la carbossimetilcellulosa. Questi additivi sono presenti nei gelati, negli integratori, nei piatti pronti e nei prodotti senza glutine per favorire la loro conservazione. I tre gruppi di topi erano così composti: il primo era geneticamente predisposto a sviluppare le malattie infiammatorie intestinali, il secondo non era predisposto, ed il terzo gruppo era stato reso privo della flora batterica intestinale.

Successivamente hanno verificato che nei ratti geneticamente predisposti, c’erano stati dei cambiamenti nei batteri che avevano portato ad una colite cronica. Nei topi invece non predisposti alle malattie, il consumo di questi additivi aveva modificato la composizione delle specie batteriche nella flora intestinale, creando tutti i presupposti per un’infiammazione.

In passato, gli additivi erano già più volte finiti sotto osservazione perché sospettati di aumentare il rischio di allergie, di problemi cardiovascolari, di infertilità e di sviluppo del cancro. Se quest’ultima ricerca, pubblicata sulla rivista “Nature”, fosse confermata anche da esperimenti su esseri umani, si averebbe una risposta definitiva sulla responsabilità degli additivi alimentare nell’obesità.

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