Quindici milioni di gravidanze nel mondo sono causate dalla paura di assumere la pillola anticoncezionale. E’ quanto spiega l’Organizzazione mondiale della sanità in suo report. A spaventare in verità, sono un po’ tutti i metodi contraccettivi e per questo motivo il venti per cento delle donne affronta la possibilità di rimanere incinte in maniera superficiale, mentre il quaranta per cento ritiene che questi farmaci creino effetti collaterali pericolosi per la salute.
Il campione ha visto coinvolte quasi 13mila donne in 35 paesi. L‘Oms ha cercato di capire quante gravidanze in essere e non decise fossero attribuibili a “vecchi” e a “moderni” metodi di contraccezione. Chi fa uso di espedienti “tradizionali” come il coito interrotto, lontano dal periodo di ovulazione, ha una probabilità 2,7 volte superiore di rimanere incinta; percentuale che sale a 14,5 se si decide di non usare assolutamente niente. E dire che i metodi sarebbero tanti: i preservativi maschili e femminili, la spirale, la sterilizzazione e i contraccettivi iniettabili.
C’è anche una ragione di carattere economico-sociale alla base dei risultati: le probabilità di utilizzare la contraccezione sono risultate infatti minori tra quanti sono più poveri e meno istruiti. Howard Sobel, l’autore dello studio, spiega anche come il generico “motivi di salute” sia spesso la scusa più frequente per non adottare preoccupazioni. “Eppure – sottolinea il ricercatore – potremmo evitare la stragrande maggioranza delle gravidanze se si riuscisse a sfatare i miti e le idee sbagliate sui rischi dei moderni metodi contraccettivi e diffondere l’uso di dispositivi di lungo periodo, come gli impianti intrauterini”.
Sull’uso della pillola contraccettiva in effetti girano tanti falsi miti, spesso di carattere negativo. Ad esempio non è vero che aumenti il rischio di tumore, al contrario, importanti studi internazionali hanno evidenziato come l’assunzione del contraccettivo orale protegga dai tumori dell’ovaio, del corpo dell’utero e del colon retto. In generale, la protezione è proporzionale alla lunghezza del periodo di assunzione: per più tempo si è fatto uso della pillola, maggiore è la riduzione del rischio.
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