Soprannominato l’uva cinese, il litchi è il frutto di un albero della famiglia delle Sapindacee. La zona di provenienza è quella delle province cinesi di Kwangtung e Fukien. I frutti maturano in autunno inoltrato e crescono a grappoli su alberi alti fino a trenta metri. Parlare di litchi è sbagliato, perché le varietà sono più di quaranta, molte delle quali presenti anche in India. La sua coltivazione comincia a prendere piede anche nel sud Italia: la specie più adatta è la “Bengali Mauritius”, con frutti che giungono a maturazione in primavera.
Il frutto ha una crosta verde quando è acerbo, rossa, una volta arrivato a maturazione. La polpa invece è bianca e lucida. Ha un sapore delicato che ricorda la fragola e l’uva moscata ed è ricco di vitamina C (contro i radicali liberi), vitamina B (utile a metabolizzare le proteine), minerali come potassio, rame, magnesio, fosforo. Altra fonte di benessere è l’acido nicotinico, un regolatore del fegato, del pancreas e dello stomaco.
Parliamo anche di calorie: solo settanta ogni 100 grammi. Sempre più facile trovarlo fresco sui banchi ortofrutticoli nel periodo invernale, il litchi si compra anche in scatola, con aggiunta di sciroppo. Al momento dell’acquisto va controllato il colore, che deve essere di un bel rosso vivido, avere un profumo che ricorda la rosa ed essere integro nella forma. In cucina si usa molto nella preparazione dei dolci, ma si trova spesso anche nelle macedonie, come guarnizione di cocktail o aggiunto al gelato. Se si preferisce consumarlo liquido, si può preparare una bevanda dissetante con litchi, limone, zucchero, acqua , menta e ghiaccio quanto basta. Una volta frullato il tutto, il composto va filtrato e servito con una fetta di limone.
La medicina tradizionale cinese considera il Litchi un frutto “caldo”, in grado di attivare il processo digestivo: ecco perché in Cina viene servito a fine pasto per favorire appunto la digestione.
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