Casi simil-Stamina adieu. D’ora in poi in Italia sarà difficile il ripetersi di episodi come quello del “metodo Vannoni” (l’inventore del trattamento). Arriva infatti il decreto che stabilisce una più rigida regolamentazione delle cure cosiddette compassionevoli. D’ora in poi sarà l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ad avere i pieni poteri nel controllo e nell’autorizzazione dei “medicinali per terapie avanzati, preparati su base ripetitiva“, ovvero quelli che non vengono elaborati dall’industria farmaceutica.
Fortemente voluto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il decreto stabilisce che le terapie potranno essere autorizzate solo caso per caso e non per intere categorie di pazienti. Il campo di azione si restringe dunque, penalizzando le richieste dei sostenitori delle cure compassionevoli che negli Stati Uniti, ad esempio, sono una vera e propria lobby. Soddisfatto il ministro: “Finalmente – spiega Lorenzin – si pone l’attenzione sulle esigenze del malato, mettendolo al riparo da truffe e speculazioni“.
Le barriere in effetti sono tante, a cominciare dall’obbligo di inviare all’Aifa “tutti i dati di sicurezza ed efficacia provenienti da sperimentazioni cliniche eventualmente disponibili“, nonché riportare “il fondamento razionale proposto“, come recita il nuovo decreto. In poche parole, non basta una dimostrazione pratica del metodo, ma è obbligatorio un punto di vista teorico.
Il decreto Lorenzin si pone nella scia delle normative europee, come dice il comma 5 dell’articolo 2 “Le terapie avanzate devono essere prodotte in conformità ai principi delle norme europee di buona fabbricazione dei medicinali“. Niente più sottoscala, quindi, come accadeva nei laboratori di Brescia di Mannoni.
Sempre scorrendo il decreto si legge che le terapie non testate potranno essere somministrate solo da ospedali pubblici, cliniche universitarie e istituti di carattere scientifico, tutti presenti sul territorio nazionale. Infine le cure potranno essere prescritte solo da un medico, che comunque dovrà richiedere il consenso informato al paziente e tracciare il prodotto, così come la cura, per trenta anni.
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