Capita spesso di mangiare una pizza margherita e di non riuscire a digerirla ma la colpa non è di una cattiva digestione, ma della pizza stessa. Infatti solitamente se la pizza è fatta con ingredienti di qualità, con la giusta lievitazione e la cottura corretta non diventa un peso e la digestione è normale. Ma quali sono le condizioni necessarie perché la pizza sia buona e digeribile?
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Per prima cosa è importante la lievitazione, che deve durare 24 ore; la farina deve essere di qualità, con un alto indice proteico che conferisce all’impasto più elasticità. La cottura va sempre effettuata nel forno a legna (a meno che non si cucini la pizza a casa) e deve durare fino a quando la crosta non diventa di color oro, ma non di più altrimenti si rischia un risultato secco e poco digeribile. Mozzarella e pomodori vanno scelti di ottima qualità e non troppo umidi, per non far diventare la pizza troppo acquosa. Bandito il lievito di birra, lo strutto e il formaggio a pasta filata.
Promossi la mozzarella, il lievito madre e l’olio extravergine di oliva. Farina sempre e solo di grano tenero 00. Per quanto riguarda gli abbinamenti con le bevande per 6 italiani su 10 quello preferito è con la birra e anche i nutrizionisti sono d’accordo. “In media un bicchiere da tavola di 200ml di birra non supera le 68 calorie mentre la Marinara, la Margherita o la Napoletana di formato standard apportano tra le 400 e le 800 calorie.Un binomio che, attenendosi scrupolosamente alle giuste quantità, non è ipercalorico“, dice Nicola Sorrentino medico specialista in Scienza dell’alimentazione. Con queste giuste precauzioni e la scelta di una pizzeria fidata ci si può gustare un’ottima pizza senza paura di rimanere svegli la notte.
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