Tempo delle castagne e caduta dei capelli: parla la dottoressa Pasquini

In autunno molte persone si accorgono di perdere più capelli rispetto alle altre stagioni: la tradizione popolare chiama questo momento “periodo delle castagne” e per alcune persone può diventare un vero problema. Infatti per 7 italiani su 10 perdere i capelli fa più paura delle rughe e della pancetta. Ma è vero che in autunno i capelli cadono di più? E come si può contrastare questa caduta? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Paola Pasquini, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e medico dello Sphera medical group di Roma.

Dottoressa Pasquini, possiamo dare ragione alle credenze e dire che in autunno cadono i capelli?
Sicuramente in questo periodo si assiste ad una maggiore caduta dei capelli, circa il 20-30% in più del normale ma non è legata alla stagione, bensì allo stress ossidativo che il capello ha accumulato durante l’estate a causa dell’esposizione solare. Generalmente questo fenomeno si chiama “effluvium in telogen”ed è fisiologico non essendo legato ad alcuna patologia.

Un fenomeno normale quindi che interessa più gli uomini o le donne?
Non ci sono categorie di persone, l'”effluvium” può riguardare uomini, donne, anziani e giovani, indistintamente. In alcuni casi però la caduta può accentuarsi o prolungarsi nel tempo, creando dei problemi alla persona.

Immagino che per alcune persone perdere i capelli voglia dire imbarazzo e problemi di autostima…
Certo, i capelli sono un biglietto da visita importante e questo vale più per le donne che per gli uomini. Infatti l’uomo calvo o stempiato può essere considerato affascinante, mentre le donne, secondo la società, non possono perdere i capelli, pena la perdita della bellezza.

Cosa si può fare per arrestare la caduta?
Per prima cosa scegliere prodotti specifici in base al tipo di capelli, mangiare tanta frutta e verdura, per sfruttare il potere degli antiossidanti ed abbinare integratori alimentari contenenti sostanze specifiche per l’ottimale crescita del capello ( ferro, zinco, cistina, metionina, serenoa repens etc…)

Queste sono le norme di base, ma cosa si può fare se la caduta è accentuata?
Se si perdono molti capelli e il fenomeno è prolungato nel tempo bisogna rivolgersi all’esperto che sceglierà il trattamento più adatto. Tra le ultime novità in campo medico, si è fatto strada il PRP, ossia plasma arricchito di piastrine.

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In cosa consiste questo trattamento?
E’ un prelievo di sangue del paziente, la provetta viene messa nella centrifuga che separa la componente che contiene le piastrine dai globuli rossi, globuli bianchi e altro. Questo plasma arricchito di piastrine poi viene infiltrato tramite aghi sottilissimi nell’area interessata dall’effluvium che generalmente è rappresentata nell’uomo dai golfi temporali e dal vertice, mentre nella donna essenzialmente dal vertice. I fattori di crescita contenuti all’interno delle piastrine vanno ad aumentare la vascolarizzazione sanguigna, stimolano le cellule staminali contenute nel bulbo pilifero rallentando così la caduta del capello stesso che appare più sano, robusto e lucido.

Quante sedute ci vogliono per avere dei risultati?
Il trattamento si fa in un’unica seduta, della durata di circa 30 minuti. Il protocollo prevede circa 2-3 trattamenti a distanza di circa 3 mesi.

Ci possono essere controindicazioni?
Per prima cosa bisogna rivolgersi ad uno specialista, esperto in questa tecnica. Il PRP non da comunque allergie, essendo il prelievo autologo, ossia le piastrine provengono dallo stesso sangue del paziente. Tra le controindicazioni al trattamento ci sono patologie che interessano le piastrine, malattie della coagulazione o altre malattie del sangue.

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