Meno interruzioni volontarie di gravidanza: questa la buona notizia che viene dal ministero della Salute, che ha inviato al Parlamento la Relazione annuale sulle legge 194. Nel 2013 c’è stata un diminuzione del 4,2% rispetto al 2012. L’unico elemento che rimane elevato è il tasso di abortività delle donne straniere, che si attesta sul 34% rispetto al numero totale di interruzione volontarie: il dato è alto ma rimane comunque più basso rispetto agli ultimi due anni.
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Questa diminuzione è dovuta alla maggiore consapevolezza e all’aiuto che le donne trovano nei servizi e nella famiglia. Le campagne informative sulla contraccezione stanno avendo effetto e aiutano le coppie a prendere precauzioni per evitare gravidanze e malattie sessualmente trasmissibili; in più, anche le scuole hanno iniziato a dedicare ore del programma alla prevenzione delle gravidanze indesiderate, fornendo un grosso aiuto alle famiglie per quanto riguarda lo sviluppo sessuale consapevole dei figli.
Per quanto riguarda l’obiezione di coscienza, tema molto dibattuto, la relazione spiega che 7 ginecologi su 10 sono obiettori, con punte del 45% dei medici nel 2012; l’interruzione volontaria di gravidanza si può comunque praticare nel 64% delle strutture pubbliche, tranne che in Val D’Aosta e nella Provincia autonoma di Bolzano. Il numero dei non obiettori negli ospedali pubblici è in linea con le richieste di aborto, mentre nei consultori è inferiore, anche se comunque riesce a coprire la richiesta.
In calo è anche il tasso di interruzioni volontarie di gravidanza tra le minorenni: nel 2012 era del 4,4% contro il 4,5% del 2011. Il Ministero della Salute invita comunque le Regioni “a procedere a un dettagliato approfondimento dei dati del monitoraggio per individuare i bisogni del territorio, al fine di avere dati comparabili fra le diverse aree territoriali prese in considerazione e per distinguere meglio le cause di eventuali criticità“.