Non si placa la polemica sulla pizza cancerogena, innescata dalla trasmissione di Rai3 Report, andata in onda domenica 5 ottobre. Il servizio, a cura di Bernardo Iovene, ha spaccato l’opinione pubblica e in molti si chiedono se davvero la pizza, mangiata in tutta Italia e simbolo del nostro Paese, faccia male, anzi malissimo. Secondo l’inchiesta, i pizzaioli usano l’olio di semi e non quello d’oliva, la farina doppio zero e cuociono in modo sbagliato l’alimento.
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In particolare, la pizza bruciata nella parte inferiore, sarebbe altamente cancerogena e la farina doppio zero può far salire la glicemia. Appare quindi chiaro che il problema non è della pizza in generale, ma piuttosto degli ingredienti che vengono utilizzati e della modalità di cottura. Nel servizio viene intervistato il dottor Guido Perin, eco tossicologo dell’Università di Venezia, che rileva che “i fumi contengono sostanze cancerogene che possono essere assorbite dal prodotto. Ma non necessariamente uno mangia la pizza e prende un tumore”.
In questi giorni, l‘Istituto zooprofilattico sperimentale del mezzogiorno, di Portici, Napoli, ha eseguito un analisi su tre pizze, senza scoprire elementi cancerogeni o critici. “Durante Report hanno analizzato soltanto il nero, la parte cioè bruciata sotto la pizza. Andando, invece, a prendere l’intero prodotto e “frullandolo” i risultati sono quelli ottenuti nel nostro laboratorio“, ha dichiarato il commissario Antonio Limone. Insomma, opinioni discordanti ma che hanno provocato un forte allarmismo: la rete si è scatenata, in gran parte contro la trasmissione, accusata di aver creato un clima di pericolo dove il pericolo non sussiste. Probabilmente, affidandosi a pizzaioli di fiducia, che rispettano le regole igieniche e puliscono il locale il problema “pizza cancerogena” non sussiste. Anzi, Umberto Veronesi, celebrato oncologo, indica la pizza come alimento utile contro il cancro alla prostata.
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