Il fuoco di Sant’Antonio (herpes zoster) è una patologia che interessa la pelle e si manifesta con pustole simili a quelle delle varicella che compaiono soprattutto sul torace e schiena, raramente su viso, gambe e mani; in corrispondenza dell’esantema si avverte un dolore intenso, proprio come se si stesse andando a fuoco. In Italia colpisce circa 350 mila persone all’anno e talvolta il dolore è così forte da impedire al malato di svolgere qualsiasi attività.
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Le persone che soffrono di herpes zoster sono solitamente immunodepresse e comunque persone con un sistema immunitario indebolito, in maggioranza anziani, ma questo virus può colpire anche chi è sottoposto ad un forte stress o ha l’influenza: il virus infatti vive nel nostro organismo e si scatena quando si verifica un abbassamento delle difese immunitarie. Il virus si trasmette per via aerea ed è altamente contagioso ma è bene fare una precisazione: chi sta vicino al malato si ammalerà di varicella, se non l’ha mai avuta, perché il ceppo virale delle due patologie è lo stesso ma la malattia esantematica è sempre precedente all’herpes zoster. Dopo aver avuto la varicella non la si può sviluppare una seconda volta ma si può soffrire di fuoco di Sant’Antonio.
Dopo tre settimane solitamente si inizia a stare meglio, il dolore si attenua e l’esantema sparisce per non tornare più; solo in rari casi si soffre di fuoco di Sant’Antonio più volte nella vita. Le cure sono varie e comprendono unguenti e lozioni, garze sterili per proteggere la pelle, antistaminici e antidolorifici per calmare il fastidio.Esistono poi dei farmaci antivirali che, se presi tempestivamente, possono ridurre i tempi dell’infezione e velocizzare la guarigione impedendo la cronicizzazione della malattia.
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