Le apnee ostruttive nel sonno provocano un’interruzione del respiro per alcuni secondi e sono causa di deficit neuro cognitivi che possono modificare alcune aree del cervello. Inoltre, le apnee provocano disturbi cardiaci e sonnolenza diurna, derivante dal cattivo riposo durante la notte; a lungo andare, i soggetti che presentano questo disturbo, possono avere cali di attenzione, memoria e diminuire la propria capacità di apprendimento.
ABBUFFATA NOTTURNA: GUARIRE SI PUO’
Secondo però quanto stabilito dai ricercatori dell’Istituto San Raffaele di Milano in un recente studio, la cura di questo disturbo del sonno può aggiustare i danni celebrali derivanti dalla mancanza di ossigeno. Allo studio hanno preso parte 17 pazienti ed è stato dimostrato come le apnee notturne causino un progressivo deterioramento della sostanza bianca del cervello, quella che coordina diverse regioni celebrali; utilizzando la Cpap, cioè una mascherina che facilita il respiro e ostacola le apnee, i pazienti hanno cominciato ad avere benefici e dopo circa un anno di trattamento tutti hanno ottenuto una normalizzazione dei valori della sostanza bianca e quindi un miglioramento delle facoltà cognitive.
“Questo studio, insieme agli altri precedentemente pubblicati, possono essere utilizzati nella pratica clinica per motivare i soggetti affetti da tale patologia a utilizzare il trattamento, a volte poco accettato o non ritenuto importante«questo studio, insieme agli altri precedentemente pubblicati, possono essere utilizzati nella pratica clinica per motivare i soggetti affetti da tale patologia a utilizzare il trattamento, a volte poco accettato o non ritenuto importante“, ha dichiarato Luigi Ferini Strambi, neurologo responsabile del Centro per i Disturbi del sonno del San Raffaele. Effettivamente in Italia sono circa 1 milione e 600 mila le persone che soffrono di questa patologia, ma solo in pochi conoscono i danni che può provocare e soprattutto che si può curare.
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