Antonio Conte e la dieta degli Azzurri: 6 pasti al giorno e niente pizza

Antonio Conte è il nuovo allenatore degli Azzurri. Da lui si aspettano grandi cose e lui è determinato a mettercela tutta. A non trascurare alcun dettaglio. Ed è per questo che, al centro dei suoi interessi, c’è anche l’alimentazione dei calciatori. Ebbene sì. Il ct ritiene – giustamente – che una dieta sana abbia la stessa importanza della preparazione fisica e della tattica, dunque ha deciso di “arruolare” anche l’esperto nutrizionista nonché ex calciatore Tiberio Ancora. I due si conoscono bene e hanno già collaborato a Bari, Bergamo, Siena e nel primo anno di Conte alla Juve. “Per vincere – va ripetendo il Mister – servono sacrifici: chi non ci sta è fuori“. Chi ci sta, invece, ha già cominciato a nutrirsi in un certo modo, senza “se” e senza “ma”. Come?

Presto detto. Gli Azzurri dovranno privilegiare la componente proteica della carne rossa e gli zuccheri della frutta e verdura rispetto ai carboidrati della pasta e del pane. Il pane dovrà essere praticamente bandito dalla tavola e lo stesso vale per i grissini e – ahi, ahi! – per la pizza. Il regima alimentare messo a punto da Ancora prevede diversi piccoli pasti al giorni e una dissociazione mirata degli alimenti. I calciatore mangiano sei volte al giorno, cominciando con un’abbondante colazione e proseguendo con uno snack (per lo più a base di centrifughe) durante gli allenamenti del mattino; poi c’è il pranzo, la cena leggera e infine uno spuntino notturno.

La ripartizione delle calorie giornaliere – sottolinea il biologo nutrizionista Daniele Percassi – è fondamentale per non affaticare l’apparato digerente e per creare nell’organismo la cosiddetta ‘calma glicemica’, che favorisce un costante rifornimento di zuccheri senza cali di prestazione. Prima di andare a dormire, invece, è preferibile virare sulle fonti proteiche magre. Ciò consentirà di avere un adeguato apporto di amminoacidi per ripristinare i danni muscolari“. C’è, però, una questione da non trascurare: se gli atleti seguono questa dieta soltanto in Nazionale, i benefici rischiano di andare dispersi. Ognuno di loro, fa presente Ancora, “dovrebbe sempre avere il proprio nutrizionista di fiducia”.

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