Api, vespe, calabroni, ragni e scarafaggi per alcune persone sono solo animaletti fastidiosi e che possono al limite generare un po’ di ribrezzo, per altre invece sono una fonte pura di terrore. Il nome scientifico è entomofobia e indica la paura che si scatena – a volte sfociando in veri e propri attacchi di panico – in caso di contatto ravvicinato o anche alla semplice vista di un insetto. Inutile dire che d’estate questa paura può diventare anche invalidante, spingendo chi ne soffre a rinunciare alla vita all’aria aperta o a un viaggio in posti in cui sa di poter incontrare uno di questi animali.
Da cosa nasce la paura? Eventi traumatici a parte, generalmente le fobie sono paure irrazionali che non riusciamo a spiegarci e in effetto non è ciò di cui abbiamo paura che ci fa realmente paura: l’animale, l’oggetto o la situazione verso il quale sviluppiamo una fobia non è altro che un modo per identificare un nemico su cui scaricare le angosce che non riusciamo a gestire. In genere, avere paura degli animali significa temere di non riuscire a controllare la propria parte più istintiva ed emotiva.
Gli insetti e i ragni simboleggiano il tentativo di allontanare parti repellenti di sé. Più nello specifico, chi ha paura degli insetti ha in realtà paura del successo, degli imprevisti e di essere giudicata; chi ha la fobia dei ragni è terrorizzato dalla morte e dalla dipendenza: è la paura di rimanere intrappolati e imprigionati, proprio come i malcapitati che rimangono incastrati nella sua tela.
C’è un solo modo per superare la paura: quella di mettersi di fronte ad essa. Da soli o con l’aiuto di un terapeuta ci si può “desensibilizzare” iniziando con il guardare delle foto degli animali che ci fanno paura, passando gradualmente ad avvicinarci sempre di più ad essi, fino al momento in cui ci sentiamo in grado perfino di toccarli. Nei casi più gravi, può essere prescritto anche un farmaco, la paroxetina, un antidepressivo utilizzato per tenere a bada attacchi di panico e fobie.
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