Sono piccole, viola e vengono da lontano. Sono le bacche di Maqui, l’ultima novità in tema di supercibi antiossidanti che promettono di farci vivere a lungo e bene. Questi piccoli frutti dalle proprietà miracolose crescono su un arbusto sempre verde, l’Aristotelica Cilensis, tipico delle montagne della Patagonia, nel sud del Cile e contengono un’impressionante quantità di sostanze benefiche: vitamine A, C ed E, ferro, calcio e potassio in grandi quantità, ma soprattutto antiossidanti e polifenoli dalle indubbie capacità antinfiammatorie.
Le virtù di queste bacche si stanno facendo conoscere solo ora da noi occidentali, ma in realtà i nativi della regione da cui provengono ne apprezzano le virtù fin dall’antichità, tanto che gli indiani Mapuche le considerano un cibo sacro e le usano oltre che per scopi terapeutici anche per rituali e cerimonie. Nella scala Orac, che misura le capacità antiossidanti degli alimenti, le bacche di maqui si collocano fra i primissimi posti.
I benefici per la nostra salute che possono derivare dal loro consumo sono molti: stimolano il sistema immunitario, ritardano l’invecchiamento in generale del nostro organismo, supportano l’intero sistema cardiovascolare, tengono sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue, aiutandoci anche a mantenere il peso forma. Come se non bastasse, sono anche buone, con un sapore dolce che ricorda quello dei frutti di bosco.
In Italia non è possibile ancora trovare il Maqui sotto forma di bacche, ma solo come ingrediente principale di succhi di frutta e integratori, che mantengono comunque inalterate le sue qualità nutritive. Non ci sono particolari controindicazioni, se non quelle del buon senso. Nessun cibo è miracoloso di per sé se non è associato a uno stile di vita e di alimentazione corretto, ma queste, al pari e forse più di altre bacche antiossidanti come quelle di goji, di acai e di mirtilli neri, sono un valido aiuto in più per il nostro benessere generale.
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