Sicuri che il buon umore venga quando dopo mesi di rinunce alimentari guardandosi allo specchio si nota con soddisfazione di aver perso quei chili di troppo? A contraddire questa convinzione è una nuova ricerca statunitense secondo la quale il buon umore vien mangiando. Dallo studio pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry, è emerso che l’ormone dell’appetito (grelina) ha delle proprietà antidepressive in grado di portare serenità e appagamento.
La molecola è prodotta dalle cellule situate sul fondo dello stomaco e da quelle “epsilon” del pancreas e stimola appunto la fame; i suoi livelli aumentano prima dei pasti e decrementano circa un’ora dopo. L’ormone è considerato complementare a quello “leptina” che, prodotto dai tessuti adiposi, induce sazietà. Questa classe speciale di composti era stata scoperta già nel 2010 dai dottori Steven McKnight, Joseph Ready e Andrew Pieper, ricercatori del UT Southwestern e precedenti ricerche sui composti avevano già mostrato le capacità neuroprotettive della grelina nei pazienti affetti da Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica e trauma cranico.
LEGGI ANCHE: DIETE SANE O INGANNEVOLI? NASCE UN OSSERVATORIO PER MONITORARNE LA PUBBLICITA’
Ma la nuova sperimentazione, coordinata da Jeffrey Zigman del UT Southwestern Medical Center negli Stati Uniti, ha dimostrato che la grelina lavora sul cervello e in particolar modo sull’ippocampo (che svolge un ruolo importante nella memoria a lungo termine e nella navigazione spaziale) e favorisce in questo modo la neurogenesi, ossia la generazione di nuovi neuroni. Sembra inoltre che l’ormone della fame abbia proprietà neuroprotettive per gli individui che soffrono di depressione associata a stress cronico o a livelli di grelina alterati (se si mangia troppo o troppo poco).
“Analizzando il modo in cui il cosiddetto ormone dell’appetito agisce per limitare la depressione dopo una lunga esposizione allo stress, abbiamo scoperto che la grelina potrebbe dare origine a una nuova classe di farmaci antidepressivi“, ha spiegato Zigman. Da qui gli esperti americani continueranno i loro studi sulla grelina e sulle molecole ad essa simili che potrebbero portare la medicina a fare un altro importante passo in avanti.
Foto by Facebook