Specchiarsi e non sentirsi mai bella: non si tratta del semplice capriccio delle donne che desidererebbero essere più alte o più magre, che non trovano mai nulla nell’armadio e avrebbero sempre bisogno di vestiti e scarpe nuove, ma di una vera e propria patologia, tecnicamente chiamata dismorfofobia o disturbo di dismorfismo corporeo. Proprio come bulimia e anoressia, anche questa è una forma fobica che interessa circa il 2 per cento della popolazione italiana.
Lo specchio si trasforma nel nemico più grande davanti al quale ci si vede deformate, brutte, inguardabili ai propri occhi e a quelli degli altri. Spesso si tratta di difetti ingigantiti o addirittura completamente immaginari: pancia, naso, occhi, palpebre, labbra, fissazioni di fronte alle quali si ricorre addirittura alla chirurgia estetica. Il periodo più delicato è quello dell’adolescenza, quando il corpo cambia, ma tutte le donne a qualsiasi età possono essere colpite dalla dismorfofobia.
LEGGI ANCHE: IL BOTOX PUO’ CURARE L’ASMA? SÌ, LO DICONO I MEDICI
Anche alcune vip ne sono vittime, Laura Chiatti è una di queste e tempo fa, in un’intervista al Corriere.it, aveva dichiarato di curarsi con la Bioenergetica: “Il dismorfismo è l’alterazione della percezione che hai di te stessa – aveva spiegato l’attrice – ti vedi come non sei. Ma io questa cosa la sto mettendo a posto. La bioenergetica mi serve a riallineare corpo e mente. Non ci credevo molto, prima, e invece ho visto i risultati, ormai la seguo da più di un anno“. Anche una delle donne più invidiate del mondo dello spettacolo dunque può sentirsi brutta a causa di questa fobia.
LEGGI ANCHE: CLAUDIA GALANTI BEVE LA SUA PLACENTA, FA BENE DAVVERO?
La Bioenergetica, tipo di psicoterapia a mediazione corporea e inclusa nell’ambito delle medicine alternative, è solo uno dei modi per curare il disturbo; si può ricorrere a qualunque terapia psicologica in grado di intervenire sul disagio cognitivo comportamentale, poiché la dismorfofobia non è una malattia del fisico, ma della mente, che porta chi ne soffre ad isolarsi e a limitare i contatti sociali.
Foto by Facebook