Alla cura estetica del proprio viso la maggior parte delle donne, e ultimamente anche degli uomini, non rinuncerebbe mai; soprattutto superati i 40 anni sono molti coloro che si sottopongono periodicamente a trattamenti estetici su viso e collo, punti dove i segni dell’età si fanno subito notare. Per la levigazione e la cura della pelle, soprattutto in caso di patologie come l’acne, la terapia più utilizzata è il peeling: una tecnica accelerata di esfoliazione della pelle attraverso l’uso di sostanze chimiche, un trattamento molto delicato per il quale è necessario consultare un medico.
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Eppure a causa della crisi e degli alti costi delle cure estetiche sempre più spesso capita di ricorrere a metodi fai-da-te, con conseguenze molto rischiose. A lanciare l’allarme sono stati i dermatologi della Sezione di Dermatologia dell’Università Federico II di Napoli, pronti a sfatare i luoghi comuni relativi soprattutto alla gestione del periodo post-peeling. Molte donne sono erroneamente convinte che sole e trucco possano sempre migliorare l’aspetto della propria pelle, ma non è proprio così soprattutto nel caso del peeling.
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“Dopo la somministrazione del trattamento è innanzitutto opportuno guardarsi da una precoce esposizione al sole – ha spiegato la professoressa Gabriella Fabbrocini docente di dermatologia e venereologia presso l’ateneo di Napoli e coordinatrice del corso di perfezionamento in dermatologia estetica e correttiva – i peeling non vanno assolutamente fatti in maniera indiscriminata e senza il controllo dello specialista anche perché è lo specialista che può praticarli anche in tarda primavera o in estate, ma con opportune precauzioni“. La docente ha poi sottolineato il divieto di esporsi a lampade solari per almeno i due mesi successivi. Vietati anche i trattamenti cosmetici: l’utilizzo precoce di trucchi sul viso dopo un peeling può provocare infezioni e irritazioni.
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I peeling chimici sono terapie valide che nella maggior parte dei casi possono risolvere un problema cutaneo ma è fondamentale non agire di testa propria: “Sono trattamenti validissimi che possono risolvere situazioni critiche quali le cicatrici di acne, l’acne stessa in alcune forme, la rosacea nonché le antiestetiche macchie scure, ossia le lentigo e il melasma, ma non bisogna dimenticare che devono assolutamente evitare di praticare i peeling le donne in stato di gravidanza, nonché coloro che rifiutano la fotoprotezione, quelli che soffrono di dermatite atopica e quelli che hanno aspettative eccessive verso i risultati“, ha detto la Fabbrocini. Il successo del peeling dipende totalmente dallo specialista: è dunque fondamentale rivolgersi a un dermatologo che analizzata la patologia possa intervenire con il trattamento più adatto e accompagnare il paziente in tutta la fase post-terapia con cosmetici e detergenti adeguati.
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