Andare a dormire tardi, svegliarsi molto presto al mattino, lavorare di notte, soffrire d’insonnia, sentire caldo: tante possono essere le cause della perdita del sonno. Al risveglio ci si sente stanchi, si fa fatica a concertarsi, ci si addormenta in situazioni non abituali. Ma quali sono le conseguenze di questa carenza? Ne risente solo il fisico? Secondo una recente ricerca, pubblicata su The Journal of Neuroscience, dormire poco può provocare danni al cervello.
Per gli studiosi americani la mancanza prolungata di sonno provoca la perdita del 25 per cento delle cellule cerebrali. Alcune cavie sono state tenute sveglie per molte ore per imitare le abitudini dei turnisti notturni e di coloro che quotidianamente passano molte ore in ufficio; ma se i risultati emersi dovessero verificarsi anche sugli esseri umani, significherebbe che cercare di recuperare il sonno perso è completamente inutile.
“Ora abbiamo la prova che la perdita di sonno può portare a lesioni irreversibili“, ha detto il professor Sigrid Veasay della University of Pennsylvania School of Medicine. “Questo potrebbe verificarsi solo sugli animali, ma dovremo procedere le analisi per vedere se succede anche sugli uomini“. A tal proposito Veasey ha detto in un’intervista alla Bbc che il prossimo passo sarà quello di esaminare i cervelli dei lavoratori notturni dopo la loro morte: solo così si potrà provare la reale perdita di cellule cerebrali.
“Lo studio – ha commentato il professor Hugh Piggins dell’Università di Manchester – evidenzia che la privazione cronica di sonno può incidere negativamente non solo sul fisico, ma anche sulla nostra salute mentale, da qui dovranno seguire nuove ricerche per testare che ciò sia vero“. Nel lungo termine gli scienziati americanoi pensano che potrebbe essere possibile sviluppare un farmaco a base di sostanze chimiche naturali, in grado di proteggere le cellule cerebrali dalla perdita del sonno.
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