Il ragionamento è stato il seguente: se il formaggio di latte di asina si vende a prezzi molto elevati e possiede alcune proprietà bioattive, perché non provare a produrre pure il formaggio dal latte di cerva? Detto, fatto: grazie alla sinergia fra un gruppo di scienziati neozelandesi, un allevatore di cervi e un formaggiaio locale, ha preso forma il primo formaggio al mondo derivante dai suddetti mammiferi. Il latte è ricco di sostanze nutrienti e di proteine e potrà anche avere numerose applicazioni in medicina e in cosmetica; le analisi condotte dal Dipartimento di Scienze alimentari dell’Università di Otago hanno evidenziato la presenza di composti bioattivi unici nel formaggio, che possono rafforzare il sistema immunitario negli esseri umani.
Portati in Nuova Zelanda verso la fine del diciannovesimo secolo per motivi legati allo sport e successivamente moltiplicatisi per l’assenza di predatori e l’abbondanza di cibo, i cervi oggi vengono allevati per la carne – che contiene pochi grassi ed è ricca di proteine – e per il velluto della nuova corna che negli esemplari maschi ricresce ogni anno e che viene esportato in Asia per la realizzazione di medicine.
Gli studi sono ancora in corso: se i benefici emersi finora in laboratorio avranno ulteriori conferme, il latte e il formaggio di cerva risulteranno più preziosi di ogni altro formaggio commerciale e porteranno anche numerosi vantaggi ai produttori. L’unico ostacolo alla commercializzazione e diffusione coincide con la difficoltà di guidare i cervi nelle stalle per la mungitura: non amano gli spazi ristretti e dunque si innervosiscono. Gli allevatori che hanno fornito il latte per i primi “esperimenti”, tuttavia, si sono industriati nella creazione di speciali sale imbottite e nell’adattamento delle coppe di mungitura alle mammelle (piccole) delle cerve. I primi formaggi prodotti saranno venduti a un’asta di beneficienza per la Cancer Society dopo sei mesi di stagionatura.
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