In Italia, otto donne su 10 (l’81,4%) che negli ultimi 5 anni hanno avuto un bambino hanno allattato al seno: sono i risultati della ricerca “Bambini e adolescenti tra nutrizione e malnutrizione. Problemi vecchi e nuovi in Italia e nel mondo in via di sviluppo”, realizzata dall’Unicef in collaborazione con l’Istat, secondo cui i dati sul numero di donne che allattano al seno sono in continuo miglioramento.
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“Numerose ricerche epidemiologiche dimostrano che l’allattamento esclusivo al seno nei primi sei mesi di vita è il migliore alimento di un neonato, a tutte le latitudini. I bambini che vengono allattati esclusivamente al seno hanno una probabilità di sopravvivere durante i primi sei mesi di vita 14 volte più alta rispetto agli altri bambini. E l’allattamento al seno dal primo giorno di vita riduce il rischio di morti neonatali fino al 45%“, spiegano gli autori dello studio, secondo cui ad allattare di meno sono le mamme che risiedono nelle isole: nel 2005 solo il 74,5% delle donne allattava al seno e per un periodo più breve della media nazionale (6,8 mesi contro 7,3). Dalla ricerca emerge anche che le madri con titolo di studio elevato hanno allattato di più (84,3% nel 2005) e per un periodo più lungo (7,6 mesi).
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La scelta di allattare al seno è molto intima e personale ma bisogna tenere presente che, per soddisfare le esigenze fisiche che derivano dal prendersi cura di un neonato, è necessario avere forza e resistenza, quindi l’alimentazione della mamma è molto importante: il corpo delle donne che allattano al seno “lavora” tutto il giorno per produrre il latte e fare pasti leggeri e nutrienti, intervallandoli con spuntini sani, è un buon modo per mantenere la fame sotto controllo e il livello di energia alto. Non è possibile calcolare di quante calorie ha bisogno una mamma che allatta perchè il valore dipende da fattori individuali come il peso, l’esercizio fisico svolto quotidianamente, il metabolismo e il numero delle poppate, anche se, in generale, la maggior parte delle donne che allattano hanno bisogno di circa 500 calorie in più rispetto alle altre (quindi passando da 2.000 a 2.500 calorie al giorno). Il consiglio, comunque, è di evitare di contare le calorie affidandosi allo stimolo della fame per capire quando l’organismo ha bisogno di mangiare.
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