Seni rifatti che esplodono in volo oppure che, dopo una mastoplastica additiva, risultano freddi al tatto, protesi che aumentano il rischio di cancro e donne rifatte che rinunciano ad allattare: sono solo alcune delle leggende metropolitane che quotidianamente si sentono nelle sale d’aspetto del medico, dal parrucchiere o addirittura in tv. E’ per fare chiarezza sull’argomento che è nato “600 domande di chirurgia plastica a Marco Klinger” (in libreria il 3 dicembre) scritto insieme al giornalista scientifico Rodolfo Colarizi, con la prefazione del professore Ivo Pitanguy (il più famoso chirurgo plastico al mondo). Ecco cosa ci ha raccontato Marco Klinger, conosciuto al grande pubblico per la sua partecipazione a “Plastik” – in programma di Italia Uno dedicato alla chirurgia – e professore di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica presso l’Università degli Studi di Milano e responsabile della II Unità Operativa di Chirurgia Plastica presso l’Istituto Clinico Humanitas.
Da dove nasce l’idea del libro?
Il libro nasce da una cosa semplicissima: sono trent’anni che faccio questo mestiere e posso dire che c’è un sacco di disinformazione. Spesso, quando una paziente si presenta nel mio studio per un consulto, perdo più tempo a confutare le teorie sbagliate che a spiegare in cosa consiste e come si svolge l’intervento. Per questo, abbiamo pensato di racchiudere in un libro tutte le domande più interessanti, con l’obiettivo di fare chiarezza e di rispondere in maniera tecnica, ma semplificata e comprensibile a tutti.
Come mai ha deciso di scrivere proprio adesso un libro sulla chirurgia estetica?
L’ho fatto solo ora perché mi ritengo un “tuttologo”: ho operato tantissimi pazienti al naso, al seno, ho fatto liposuzioni… in pratica, nel corso degli anni ho accumulato un bagaglio di esperienze enciclopedico che mi ha spinto a voler mettere insieme tutte le mie conoscenze. E’ stata un’idea divertente, ma realizzare il libro è stato un lavoro metodico e molto impegnativo, che è durato circa un paio d’anni.
Qual è l’età media dei suoi pazienti? Sono più uomini o più donne?
Su 10 pazienti, le donne stravincono in rapporto di 9 a 1, anche se il numero degli uomini che si sottopongono a un intervento di chirurgia plastica sta aumentando. Sull’età media incide anche il numero di quelle pazienti che si operano dopo una mastectomia o di coloro che, a tutte le età, decidono di correggere un difetto che condiziona pesantemente il rapporto che hanno con gli altri. Ovviamente però ci sono anche ragazzi e ragazze più giovani che invece vanno dal chirurgo semplicemente per correggere dei difetti estetici, come il naso o il seno: quindi, possiamo dire che l’età media dei pazienti è tra i 35 e i 50 anni.
Qual è l’intervento di chirurgia plastica più richiesto dalle donne? E dagli uomini?
La maggior parte delle donne si rivolge al chirurgo per intervenire sul naso e sul seno; il naso è uno degli interventi più richiesti anche dagli uomini, insieme alla liposuzione dell’addome.
Quali sono le novità più importanti nel settore della chirurgia estetica?
Riguardano soprattutto gli interventi al naso: i tempi dell’operazione e di recupero post-operatorio sono molto più brevi e i risultati sono molto migliori rispetto al passato. Diciamo che una rinoplastica di 10 anni fa sembra lontana anni luce da quelle di adesso. Per quanto riguarda il seno, le ultime tecniche sono efficaci soprattutto nella riduzione delle cicatrici; la vera rivoluzione, poi, è rappresentata dall’uso del grasso che viene prelevato da altre parti del corpo, ad esempio per ricostruire il seno dopo un tumore.
La chirurgia estetica è efficace nella rimozione dei tatuaggi?
L’intervento di rimozione dei tatuaggi è poco “chirurgico” perché si esegue col laser. Il risultato finale dipende dal tipo di disegno da rimuovere: generalmente resta soltanto una cicatrice poco visibile e, volendo, è anche possibile coprirla con un altro tatuaggio.
Sempre più spesso si parla di adolescenti che come regalo per il diploma o per i 18 anni chiedono un intervento di chirurgia estetica…
Mah, in realtà anche questo è un fenomeno molto mediatico. Sono pochissime le 18enni che si sono presentate nel mio studio, una o due al massimo. Credo che sia giusto il divieto di sottoporsi a un intervento estetico prima dei 18 anni imposto dalla legge, a meno di gravi malformazioni che condizionano la vita di relazione del paziente. Però, se ci si rivolge a professionisti seri e non a “banditi”, e anche i pazienti sono ragionevoli, non ci sono rischi.
Secondo lei, le immagini stereotipate che arrivano dalla tv o dalla moda quanto influiscono sulla psicologia di chi vuole sottoporsi a un intervento? Le capita spesso si incontrare pazienti che vogliono assomigliare a un divo o a una diva del mondo dello spettacolo?
Qualcuno porta qualche fotografia chiedendo di assomigliare a questo o a quello, ma le mode sono molto cambiate. Adesso, ad esempio, non va più il nasino all’insù oppure quello più scavato: le pazienti chiedono un naso dritto e definito, come quello di Julia Roberts.
Pensa che la chirurgia estetica possa aiutare i pazienti anche a livello psicologico?
Assolutamente sì, anzi: può cambiare la vita in maniera radicale. La nostra società è cattiva: in passato, anche se una ragazza era bruttina, magari “compensava” con la simpatia ed era circondata dagli amici. Adesso invece l’estetica è fondamentale per sentirsi parte del gruppo. Se mi accorgessi che mia figlia ha problemi con gli altri per via di un difetto fisico, interverrei sicuramente.
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