Tre taglie in meno (equivalenti a circa 10 litri di grasso) in un solo intervento: è quanto promette la lipoplastica ultrasonica, un nuovissimo intervento di chirurgia estetica che manda in soffitta la lipoaspirazione, nata negli anni Settanta, e che promette enormi vantaggi per la salute dell’organismo. “A differenza di quanto accade con la lipoaspirazione tradizionale, nella lipoplastica ultrasonica si risparmiano vene, arterie, terminazioni nervose e il prezioso tessuto connettivale. L’azione degli ultrasuoni si concentra solo sul grasso, che viene emulsificato, cioè ‘sciolto’, e quindi aspirato a bassa intensità. Tutto questo comporta, rispetto alla lipoaspirazione tradizionale, sanguinamenti minori e minori effetti indesiderati”, ha spiegato il professor Michele Zocchi – specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, e coordinatore scientifico del Programma di Formazione Permanente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE) – che negli ultimi 20 anni ha perfezionato questa tecnica.
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L’intervento – che si svolge in anestesia generale e prevede un paio di giorni di ricovero – prevede delle piccole incisioni nella cute che servono a inserire le cannule: il numero delle incisioni varia a seconda delle aree da trattare e della loro dimensione. Nel giro di 15-20 giorni, però, la paziente può riprendere la vita normalmente. Anzi, “per la stragrande maggioranza dei pazienti, dopo l’intervento inizia una nuova vita. Di solito, infatti, i chili di troppo sono la conseguenza di uno stile di vita sbagliato, caratterizzato dall’assunzione di troppe calorie a fronte di una ridotta attività fisica. In moltissimi casi, vedersi diversi è la molla che spinge a impegnarsi come mai prima sul fronte della dieta e del’esercizio”, continua Zocchi.
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Solitamente, la perdita di peso così rapida porta a un crollo della tonicità della pelle, che diventa molle e cadente. Questo non avviene con la lipoplastica ultrasonica che, spiega Zocchi, “viene utilizzata anche a pochi millimetri dal derma. Il vantaggio è quello di riuscire a produrre ferite, quelle causate dal movimento delle cannule, su piani molto superficiali. Di conseguenza, si sviluppa qui la retrazione cicatriziale, fenomeno fisiologico che si verifica in ogni ferita. In sostanza, le ferite ‘mangiano’ i tessuti vicini, riducendoli”. Eliminando i chili di troppo con questo tipo di intervento, inoltre, è possibile risolvere anche i problemi ormonali che incidono sul metabolismo. “Il primo beneficio si ha sull’attività dell’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che serve a regolare il livello degli zuccheri nel sangue” perchè “il tessuto adiposo impedisce all’insulina di metabolizzare gli zuccheri”. Inoltre perdere peso ha un effetto molto positivo anche sul senso di fame perchè il tessuto adiposo contiene la leptina, l’ormone responsabile del senso dell’appetito.
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