Sono tantissime le donne che, ispirate dall’esempio di Angelina Jolie, si stanno sottoponendo a controlli al seno e stanno richiedendo un intervento chirurgico di rimozione (spesso anche se non ne hanno bisogno). L’attrice 38enne – che a causa della presenza di un gene familiare appartiene a una categoria ad alto rischio – ha annunciato quest’anno di essersi sottoposta a una doppia mastectomia preventiva. La notizia ha causato un’impennata di richieste da parte delle donne britanniche: secondo i dati del London Breast Institute, il 25% delle donne che sviluppa il cancro al seno chiede di poterli rimuovere entrambi.
Ma il professor Kefah Mokbel del London Breast Institute ha sottolineato che sottoporsi a quel tipo di intervento chirurgico avrebbe senso solo per le donne che hanno un alto rischio di sviluppare la malattia, proprio come la Jolie. “L’annuncio pubblico dell’attrice è ovviamente un grande passo in avanti che ha aumentato la consapevolezza del cancro al seno”, ha spiegato il medico. “Purtroppo però l’attenzione mediatica che deriva dalle sue affermazioni ha portato un gran numero di donne a richiedere una mastectomia preventiva anche se il cancro al seno non è stato loro diagnosticato e se non hanno una predisposizione genetica”.
In quanto portatrice di una mutazione nel gene BRCA1, il rischio di sviluppare il cancro al seno per Angelina Jolie era aumentato dell’80% e quello del cancro ovarico del 50%. Per il suo coming out, l’attrice è stata molto elogiata: dopo l’annuncio della sua decisione di rimuovere chirurgicamente entrambi i seni in seguito alla morte di sua zia per il cancro al seno e di sua madre a causa di un cancro ovarico, il London Breast Institute ha rilevato che le richieste di sottoporsi al test genetico per individuare eventuali mutazioni del gene BRCA presso la loro clinica erano salite del 67% e gli interventi di mastectomia preventiva sono aumentati di quattro volte.
Gli studi dimostrano che la presenza del cancro al seno può essere ridotta del 90% o più dopo una mastectomia preventiva da eseguire su quelle donne che hanno un alto rischio di sviluppare questa malattia. Il professor Mokbel però ha avvertito le pazienti che esiste la possibilità di subire danni psicologici dopo un intervento così radicale e ha esortato le donne a sottoporsi a consulenze e a un adeguato screening prima di intervenire.
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