Le protesi al seno non fanno crescere il rischio di cancro. La questione è stata sollevata nei mesi scorsi da un articolo pubblicato sul British Medical Journal da un team di ricercatori canadesi che ha analizzato alcuni dati eterogenei provenienti da dodici differenti ricerche. Sottoporsi ad interventi di chirurgia plastica per ricostruire il seno dopo un intervento legato all’asportazione di un tumore o farlo per puri motivi estetici invece di aumentare il tasso di cancro al seno, sembra addirittura ridurlo. Questo studio ha analizzato in dieci anni quasi venticinquemila donne che hanno ricevuto protesi mammarie estetiche e altre sedicimila che hanno subito interventi di chirurgia. L’incidenza del cancro tra le donne con protesi è stata confrontata con la popolazione generale femminile: il risultato è che le donne con protesi mammarie hanno un tasso di cancro al seno ridotto rispetto alle donne che hanno subito altri interventi chirurgici.
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Intanto secondo un altro studio canadese, la chirurgia estetica al seno potrebbe ritardare la scoperta di un tumore: a causa dell’impianto delle protesi, si arriva più tardi a una diagnosi e dunque le probabilità di guarigione diminuiscono. Secondo la ricerca, condotta su un campione a cui è stato diagnosticato un tumore all’apparato mammario, le donne che hanno effettuato l’impianto di protesi al seno corrono un rischio tre volte maggiore di una diagnosi tardiva del tumore. Ma gli stessi autori canadesi precisano che “questi esiti vanno presi con cautela perché si tratta di dati estratti da studi diversi, dunque il campione analizzato non è omogeneo e non possono essere considerate valide le statistiche sulla sopravvivenza che derivano da donne in condizioni differenti”.
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In altre parole, le protesi al seno possono al limite far allungare i tempi di diagnosi, ma non fanno aumentare affatto il tasso di mortalità. “Non c’è nessun motivo di preoccuparsi – controbatte invece Maurizio Nava, direttore dell’Unità di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – I nuovi mammografi digitali, ecografi e strumenti di tomosintesi mammaria, insomma, consentono di eseguire correttamente una diagnosi precoce anche in chi si è rifatta il seno“.
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