Che si chiami walking, striding o, detto in modo trendy, H.E.A.T. Program il riferimento è sempre lo stesso: camminare simulando una passeggiata in montagna su un tappeto meccanico con i tipi di pendenza, andatura e passo che ci si può trovare ad affrontare.
Vista dall’esterno, la lezione cammina-cammina-sul-tappeto sembra facile e pure divertente, con brani musicali scelti appositamente per esaltare ogni passo e fornire il giusto ritmo per arrivare “in cima”. Mai farsi ingannare dalle apparenze: l’allenamento è molto intenso, la frequenza cardiaca sale, si lavora molto dal bacino in giù, ma si sollecitano anche schiena e addome.
Il primo piccolo sforzo sta nel capire come funziona il tappeto meccanico, quale sia la pendenza più adatta e quale la resistenza giusta. Sì perché l’attrezzo non necessita di energia elettrica per il suo funzionamento, ma si muove usando l’energia umana, quella che imprimono le gambe, l’una davanti all’altra. Maggiore è la resistenza maggiore è la fatica per far muovere il tappeto. Maggiore è la pendenza, maggiore è l’intensità dell’esercizio.
Attenzione alla corretta postura: bacino indietro rispetto alla parte superiore del corpo (che è leggermente protesa in avanti) per permettere alle fasce muscolari di cosce, glutei e polpacci di lavorare bene, passi ampi per stimolare e ridurre i fianchi, addominali sempre tesi e schiena rilassata per rafforzare i lombari e avere un’andatura naturale (non molto femminile, ma è il piccolo prezzo da pagare per essere in forma).
Non vale aggrapparsi al manubrio del tappeto! Sarebbe ottimo riuscire a muovere le braccia in modo energico accompagnando le varie andature per avere come risultato un bel vitino da vespa, ma all’inizio meglio tenere le mani in appoggio sul manubrio per non avere la sensazione di cadere all’indietro.
Acqua e asciugamanetto alla mano, testa libera e s’inizia a camminare. Sulla musica che detta il tempo, la voce dell’istruttore descrive il paesaggio di montagna che piano piano prende forma nella mente. Respiri profondi e nasali, una passeggiata lenta e cadenzata immersa nel verde per la fase del riscaldamento muscolare, per poi intraprendere il sentiero di montagna, in salita, aumentando l’ampiezza e la frequenza dei passi e vedere il panorama cambiare. Guarda lì c’è un lago, quello è l’obiettivo!
Sono circa 50 i minuti di fatica, 800 circa le calorie bruciate nella successione di routine tallone, poi pianta, poi l’avampiede per spingere bene con le gambe, aumentare il metabolismo dei grassi e di conseguenza facilitare il dimagrimento e la tonificazione.
Nel post-allenamento sono molteplici le sensazioni: la leggerezza delle gambe oltre a quella della testa, la maglietta completamente zuppa di “lavoro”, la soddisfazione di aver raggiunto l’obiettivo, uno strano senso di vitalità (grazie alla produzione di beta-endorfine) e la consapevolezza che i jeans preferiti calzeranno molto meglio.
L’indomani rimane qualche doloretto muscolare e la voglia di ritornare sulla montagna, un po’ più in alto rispetto a ieri.
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