Ictus, italiani rischiano di più: qual è il ruolo della dieta mediterranea

L’ictus può risultare gravemente invalidante, per questo preoccupa il fatto che gli italiani siano più a rischio delle altre popolazioni: che c’entra la dieta mediterranea?

Un ictus, da definizione, avviene nel momento in cui una mancato o diminuita irrorazione di sangue al cervello provoca la morte di alcune cellule. Se ciò avviene per una mancanza di flusso si parla di ictus ischemico, se invece la causa è un sanguinamento allora si parla di ictus emorragico. Non che una forma o l’altra risulti meno grave: in entrambi i casi il paziente deve affrontare la perdita di alcune funzionalità visto che, di fatto, alcune porzioni del cervello smettono di funzionare. Molti sintomi diventano irreversibili mentre altri possono essere migliorati con il tempo e con intense terapie riabilitative.

Alla luce di queste semplici spiegazioni è facile comprendere cosa renda l’ictus davvero spaventoso e temibile. I pericoli, a quanto pare, sono ancora più alti per gli italiani. I dati dimostrano infatti che il Bel Paese è particolarmente esposto al rischio ictus a causa di uno dei pilastri della sua cultura culinaria: la dieta mediterranea. Se ad un primo impatto la notizia sembra quasi incredibile, è pur vero che bisogna vedere alcuni aspetti sotto un’altra ottica. Prima di tutto bisogna considerare che la dieta mediterranea è caratterizzata da un elevato consumo di sale per condire le pietanze, il quale sviluppa l’ipertensione arteriosa, aumenta l’incidenza delle patologie cardio-cerebrovascolari e di quelle renali, dei tumori a carico del tubo digerente e dell’osteoporosi.

Gli 8 fattori di rischio che bisogna considerare sono età, sesso, pressione arteriosa sistolica, terapia antipertensiva, colesterolemia totale e Hdl, abitudini al fumo e diabete. Considerando che ogni anno 200 mila italiani vengono colti da ictus e che circa 50 mila riportano danni permanenti, probabilmente occorre fare qualcosa per prevenire il problema. In primis andrebbe ridotto il consumo di sale e alimenti ricchi di grassi, le carni rosse, le uova, il burro e i formaggi. Insomma, la tradizionale dieta mediterranea va epurata da alcuni suoi dettami che risultano un po’ meno salutari di quanto creduto finora. Non meno importante, l’alimentazione va accompagnata con la pratica di una costante attività fisica: l’ideale sarebbe praticare sport per almeno 150 minuti a settimana, considerando che anche una bella camminata fa la sua parte.

Ictus, italiani rischiano di più: qual è il ruolo della dieta mediterranea

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