Frequenza cardiaca sotto sforzo: a che serve questo valore

La frequenza cardiaca sotto sforzo è un valore molto caro agli atleti: a cosa serve esattamente e in che modo aiuta l’allenamento.

Monitorare la frequenza cardiaca: perché

Monitorare il battito cardiaco è di fondamentale importanza per qualsiasi atleta poiché permette di massimizzare l’efficacia del proprio allenamento. Ecco perché la frequenza cardiaca non può di certo essere trascurata: monitorando i valori sotto sforzo è possibile impostare ciascuna sessione di esercizi in vista del raggiungimento di un determinato obiettivo. Non a caso solitamente si distinguono frequenza cardiaca massima, frequenza cardiaca a riposo e frequenza cardiaca di riserva (basta seguire il link in fondo alla pagina per saperne di più).

Frequenza cardiaca sotto sforzo

Per decifrare la propria frequenza cardiaca sotto sforzo bisogna conoscere la frequenza cardiaca di riserva e sommarla alla frequenza cardiaca a riposo (ovvero il battito cardiaco di un individuo al risveglio). Quando si segue un allenamento aerobico bisogna considerare il 50-75 per cento della frequenza cardiaca di riserva mentre quando si segue un allenamento anaerobico la percentuale deve salire all’80-85 per cento. Una volta calcolato il proprio valore nel modo più accurato possibile si può quindi adattare ad esso il proprio allenamento, ma come esattamente?

Allenamenti mirati

Per capire in che modo sfruttare la frequenza cardiaca sotto sforzo per massimizzare il proprio allenamento occorre partire da un esempio pratico. Ipotizziamo due soggetti che hanno la stessa quantità di sangue per ogni battito cardiaco e la stessa quantità di emoglobina. Il primo ha una frequenza a riposo di 65 battiti per minuto e una frequenza massima di 180, mentre il secondo si ferma rispettivamente a 45 e 180. Ciò significa che il secondo soggetto ha una frequenza cardiaca di riserva maggiore del primo e che, quindi, potrà trasportare più ossigeno nei muscoli. A livello sportivo si tratta di un vantaggio notevole poiché riuscirà a passare dalla condizione di riposo a quella di massimo sforzo con maggior facilità e proprio su questo vantaggio si potrà costruire un allenamento ad hoc.

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