La nuova tendenza dei giovani è quella del bidge drinking, ovvero bere un bicchiere di alcol dopo l’altro fino allo storidimento. L’Istat ha diffuso dati a dir poco preoccupanti.
Lo studio dell’Istat, che ha analizzato il consumo di alcol in Italia, ha fotografato una realtà in chiaroscuro del nostro paese. Se il dato relativo all’assunzione giornaliera di sostanze alcoliche continua a diminuire (si è passati da 29 per cento circa del 2006 al 21,4 del 2016) è altrettanto vero che la statistica relativa ai consumatori occasionali è salita di quasi 5 punti percentuale, superando la soglia del 43 per cento. Aumentano anche coloro che assumono alcol fuori dei pasti. Lo studio “Rapporto sul consumo di alcol” è stato presentato in occasione dell’Alcohol Prevention Day ed ha confermato il trend mostrato negli ultimi anni.
Se è vero che la statistica globale è in calo, ciò che preoccupa è il dato relativo ai giovani e al cosiddetto bidge drinking, ossia il consumo di 6 o più bicchieri di alcol fino ad arrivare allo stordimento. La fascia più colpita da questo fenomeno è quella di età compresa tra i 18 ed i 24 anni. Lo studio ha inoltre mostrato una relazione diretta tra il bidge drinking ed i ragazzi che frequentano luoghi di socializzazione quali discoteche, concerti o eventi sportivi. Basti pensare che il 32 per cento dei giovani che frequentano questi luoghi è vittima di bidge drinking, rispetto al 6,5 di chi non li frequenta. Un andamento che coinvolge anche la fascia di età più giovane e che si conferma fino ai 44 anni.
Preoccupa, inoltre, anche il dato relativo agli adolescenti: il primo bicchiere viene consumato a partire dagli 11 anni. Lo studio ha inoltre evidenziato come il comportamento dei genitori possa influenzare anche quello dei figli. Oltre il 30 per cento dei ragazzi che hanno un genitore che consuma alcol in maniera eccessiva a sua volta non ha un comportamento moderato, mentre il dato scende a poco più della metà in caso di genitori dai comportamenti più misurati.
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