Charlie sta per morire ma i genitori implorano i medici: “Non ancora”

Charlie è un bimbo malato di soli 7 mesi che ha diviso l’Inghilterra: per i medici non c’è più nulla da fare ma i genitori non vogliono staccare la spina. Un altro caso di etica, speranza e fine vita.

Charlie è nato il 4 agosto 2016 e tutto sembrava essere andato per il meglio finché i medici non si sono accorti di un grave problema: il piccolo aveva una rara malattia genetica chiamata “deperimento mitocondriale”, che porta ad un progressivo indebolimento dei muscoli. Si contano solamente 16 malati al mondo ma purtroppo entrambi i genitori di Charlie sono portatori del difetto genetico che probabilmente gli causerà la morte. Non esistono cure valide per il deperimento mitocondriale e i medici infatti hanno ormai gettato la spugna: il bambino non ha alcuna possibilità di guarire e quindi bisogna valutare l’opportunità di staccare la spina che lo tiene ancora in vita.

I genitori però non sono affatto d’accordo. Loro vorrebbero continuare a provare e hanno aperto una raccolta fondi on-line per tentare una costosissima cura sperimentale negli Stati Uniti: serve un milione di sterline e finora ne hanno raccolte 220 mila. La mamma del bambino, Connie Yates, è estremamente determinata e ha rilasciato numerose interviste per giornali e tv. Il suo maggior biasimo è per l’ospedale: “Siamo rimasti scioccati e orripilati nell’apprendere che l’ospedale ha chiesto di spegnere il supporto vitale per Charlie”, ha affermato. La donna sta cercando di attirare l’attenzione pubblica sulla battaglia di Charlie anche ricorrendo all’utilizzo dei social network: l’hashtag #Charliefight è molto seguito. “Anche se Charlie non ce la farà, non voglio che un’altra madre e suo figlio debbano mai passare attraverso tutto ciò”, queste le parole dell’agguerrita mamma.

Purtroppo non è la prima volta che casi del genere arrivano sulle pagine dei giornali e nei talk show di tutto il mondo. La piccola Marwa (trovate il link in fondo alla pagina) sta ancora lottando per ottenere del tempo. In entrambi i casi la razionalità dei medici si scontra con l’amore incondizionato dei genitori: i primi analizzano ogni caso con freddezza ed imparzialità, i secondi non vogliono mai arrendersi e garantiscono che i propri figli non soffrono durante la degenza. Difficile prendere posizione ma nel caso di Charlie qualcuno dovrà farlo: l’ultima parola spetterà infatti al tribunale di Londra.

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