Ministero, inchiesta choc: venduto un farmaco che induce l’anoressia

Il Ministero della Salute ha il compito di vigilare sui medicinali che vengono venduti sull’intero territorio nazionale. La fendimetrazina, una sostanza considerata anoressizzante, non è stata bloccata e ha fatto aprire un’inchiesta.

La foto in copertina ritrae Angelina Jolie nella versione anoressica: per quanto l’attrice soffra di problemi alimentari e sia dimagrita molto negli ultimi anni, lo scatto appartiene ad una campagna volta ad immaginare i volti noti dello star system qualora fossero coinvolti da questo genere di problema. La sensibilizzazione è dovuta al fatto che problemi di anoressia e bulimia sono sempre più frequenti, cominciano nel periodo dell’adolescenza e segnano l’individuo nel profondo. Il corpo si svuota, rifiuta il cibo, nega ad oltranza la fame. È così che si arriva a pesare 30 chili o, molto spesso, a morire.

La questione non potrebbe essere più seria: il rifiuto del cibo è una problematica più che mai attuale e tragica. Proprio per questo motivo desta stupore la leggerezza con la quale ha agito il Ministero della Salute, il quale dovrebbe vigilare in maniera rigorosa su tutto ciò che arriva nelle farmacie italiane. Eppure la fendimetrazina, una sostanza considerata anoressizzante, veniva tranquillamente venduta senza alcuna remora. La morte di Luigi Marzulli proprio a causa della fendimetrazina ne aveva imposto il sequestro e poi il ritiro dal commercio nel 2013. Eppure ancora veniva inserita nei prodotti galenici, vale a dire nei medicinali preparati nel laboratorio di una farmacia.

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Nessuna illegalità dei farmacisti: benché bandita, la fendimetrazina non era mai stata inserita nella tabella delle sostanze vietate per i galenici. Vista la pericolosità dell’ingrediente, un’inchiesta valuterà le competenze di tutti i protagonisti della vicenda e attribuirà a ciascuno la propria colpa. La questione è infatti scioccante: la fendimetrazina inibisce l’appetito ed è simile alle anfetamine. Non a caso veniva somministrata in caso di obesità, finché non si è scoperto l’altro lato della medaglia: provoca gravi danni all’organismo e può indurre anche la morte, oltre a favorire l’insorgere dell’anoressia. Eppure poteva essere acquistata con una semplice ricetta medica. Correre ai ripari a questo punto è d’obbligo, ma la vicenda non accrescerà certo la fiducia nelle già criticate istituzioni.

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