Niente cesareo perché ‘devono staccare’. Bimbo nasce con lesioni, medici puniti?

La professione del medico è una vocazione? Non sempre, a quanto pare. 3 medici di Catania avevano finito il turno e non hanno voluto praticare il cesareo ad una partoriente nonostante l’evidente sofferenza fetale.

La storia accaduta nell’ospedale Santo Bambino di Catania ha nomi e cognomi ben precisi. Deborah Percolla, 26 anni, era molto vicina al parto. Purtroppo una sofferenza fetale rendeva necessario un cesareo con una certa urgenza. I medici Amalia Daniela Palano, Gina Currao e Paola Cairone erano i medici che dovevano occuparsi di lei e del suo bambino. Tuttavia, si è verificato un problema: il turno di lavoro era finito e loro non volevano trattenersi oltre l’orario prestabilito. Niente cesareo, avrebbe impiegato troppo tempo.

Cosa fare per accontentare tutti o, meglio, per salvare le apparenze? L’idea è stata quella di somministrare dell’atropina all’ignara Deborah, una sostanza che avrebbe dato un’apparente regolarità al suo quadro clinico. In altre parole, nessuno si sarebbe potuto accorgere di quanto stava accadendo al bambino visto che in superficie tutto sembrava regolare. I colleghi del turno successivo non erano stati avvisati, di conseguenza era impossibile conoscere la gravità della cartella clinica di Deborah. La sua regolarità ovviamente era indotta e non sussistente, tant’è che il piccolo è nato con lesioni permanenti dovute a quella prolungata sofferenza.

Niente cesareo perché 'devono staccare': bimbo nasce con lesioni, medici puniti?

La paziente ha denunciato l’accaduto e, tramite il suo avvocato, ha parlato chiaro: “Chi ricorre ad una struttura pubblica deve avere la certezza di essere tutelato al massimo. Voglio verità e giustizia e soprattutto che quello che è accaduto a me non si ripeta ad altre madri o figli”. Da quel giorno sono passati dei mesi e nel frattempo è arrivata la decisione della Procura: rispettivamente 12, 6 e 4 mesi di sospensione per i tre medici sopracitati. Per il momento la punizione impedisce ai colpevoli di esercitare ancora la professione, sebbene per un arco di tempo forse troppo limitato. Le lesioni neurologiche del piccolo, invece, sono permanenti.

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