Muore dopo un aborto spontaneo: il medico obiettore non l’ha aiutata

La morte di Valentina Milluzzo, 32 anni, ha aperto un fascicolo bollente a Catania: incinta di 2 gemelli ma ricoverata all’ospedale Cannizzaro per alcune complicazioni, è morta in circostanze che non convincono la Procura.

Valentina Milluzzo era rimasta incita grazie alla fecondazione assistita e aspettava 2 gemelli. Ormai giunta al quinto mese di gravidanza, era stata costretta a recarsi presso l’ospedale Cannizzaro di Catania in seguito ad alcune complicazioni. I dolori non accennavano a diminuire e quella sospetta dilatazione dell’utero aveva cominciato a far presagire il peggio. A quanto pare il medico che la stava assistendo si sarebbe rifiutato di intervenire in quanto obiettore di coscienza, trincerandosi dietro ad una frase del tipo “Fino a che è vivo io non intervengo”. Fatto sta che i due bambini sono morti di lì a poco e le condizioni della povera Valentina si sono notevolmente aggravate. La ragazza è morta il giorno dopo.

La versione dei fatti dei familiari, che ovviamente hanno sporto denuncia, non concorda affatto con quella dell’ospedale. Il professor Paolo Scollo, primario del reparto, ha spiegato: “Nel mio reparto i medici sono tutti obiettori e quando è il caso vengono fatti intervenire specialisti esterni. Ma qui siamo di fronte a un aborto spontaneo, non era necessario alcun aiuto esterno; dunque riteniamo che non ci sia stata negligenza da parte del dottore che anzi molto tempestivamente ha fatto eseguire un esame con il quale è stata rivelata la presenza della sepsi (ovvero l’infezione che ha provocato la morte della giovane, ndr)”.

Muore dopo un aborto spontaneo: il medico obiettore non l’ha aiutata

Sebbene il professor Scollo sia considerata un’autorità in campo medico, alcuni punti della vicenda sono certamente da appurare. Valentina è arrivata al Cannizzaro con dolori fortissimi, ai quali è sopraggiunta una febbre a 38 e mezzo, vomito e crampi. Eppure è rimasta in queste condizioni fino alle tre del pomeriggio, quando è stata sottoposta ad una ecografia. Poi altre 4 ore di attesa, finché non si è evidenziata la sofferenza dei feti. Il resto è il racconto di 3 morti. Se si tratti di destino infausto, malasanità o principi etici troppo rigidi lo stabilirà la Procura. Ai familiari di Valentina resta solo tanto rammarico per quello che, secondo loro, si sarebbe potuto – e dovuto – fare (LEGGI ANCHE: PRESA DIRETTA, ABORTO E PILLOLA DEL GIORNO DOPO: I MEDICI OBIETTORI OSTACOLANO IL DIRITTO DI SCELTA).

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