Il latte della mamma è una “coperta” che protegge il neonato dalle malattie

L’allattamento al seno nei primi giorni di vita è fondamentale per la costituzione del microbiota intestinale e per la formazione delle difese immunitarie del neonato. Lo confermano i risultati di uno studio condotto in laboratorio dai ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù e pubblicato sulla rivista “Frontiers in Microbiology”.

I ricercatori hanno dimostrato che le comunità microbiche dei neonati nutriti con latte materno, contenente immunoglobulina A, sono ricche di lattobacilli, cioè batteri “amici”, mentre i batteri patogeni “nemici” sono assenti o scarsamente rappresentati.

“È la dimostrazione – ha spiegato Lorenza Putignani, responsabile Parassitologia del Bambino Gesù – che il latte materno fornisce ai neonati una sorta di coperta di batteri “amici”, che funge da barriera contro i batteri patogeni e protegge i piccoli dall’insorgenza di malattie. Più in generale – ha concluso Putignani – siamo riusciti a caratterizzare l’intero profilo delle proteine presenti nel microbiota intestinale, fornendo una sorta di carta d’identità dei batteri responsabili delle diverse attività metaboliche”.

Benché sia una delle azioni più naturali e spontanee, la pratica dell’allattamento al seno negli ultimi anni è stata influenzata da tante variabili sociali, culturali, economiche che ne hanno alterato la natura. È importante, allora, che le donne siano aiutate nel percorso di preparazione all’allattamento e accompagnate durante questa esperienza. Ecco alcuni consigli pratici a cura della SIN (Società Italiana Neonatologia).

  • Prima di allattare – La prima cosa da fare per comprendere realmente i benefici dell’allattamento al seno è informarsi. L’informazione serve per motivare le future madri (in particolare le primipare) e viene condotta attraverso incontri in piccoli gruppi, coinvolgendo anche le persone della famiglia, quali il marito/partner e/o le future nonne, che possono influenzare la decisione materna. Questi incontri sono occasione anche per far chiarezza sui falsi miti e sui tabù relativi all’allattamento, lasciando comunque sempre in primo piano l’aspetto psico-affettivo.
  • Il primo contatto mamma-bambino – Da non sottovalutare è il primo contatto pelle a pelle prolungato in sala parto di mamma e neonato, che consente di facilitare il bonding (legame) e di creare le condizioni affinché la prima poppata al seno avvenga nelle prime ore di vita del bambino. Presso le maternità occorre favorire il rooming in, pratica ospedaliera di lasciare il neonato in camera con la propria madre durante tutta la degenza, in modo da rendere possibile l’allattamento a richiesta.
  • Il calo di peso – E’ importante allattare a richiesta, senza limiti di numero e durata delle poppate, cogliendo i segni precoci di ricerca del seno (fame), più che attendere il pianto come espressione di “appetito”. Ciò faciliterà la fisiologia della lattazione. Nei primi giorni di vita, anche quando il neonato può avere ittero e necessitare di fototerapia, l’allattamento al seno deve essere mantenuto. Per i bambini “più esigenti” spesso si tende a richiedere la famosa aggiunta di latte artificiale, ma eventuali piccole aggiunte vanno prescritte solo previa valutazione delle condizioni del bambino, dell’entità del calo di peso e della reale possibilità della mamma di rispondere alle esigenze del piccolo.
  • Il ciuccio – L’uso del ciuccio va evitato durante tutto il periodo in cui l’allattamento al seno deve consolidarsi. Può essere eventualmente offerto a partire dalla 3°-4° settimana di vita, come intervento di prevenzione per la SIDS anche se in realtà nessuno degli studi sull’associazione fra uso del ciuccio e SIDS riporta un effetto protettivo tanto evidente quanto quello dell’allattamento al seno.
  • Il latte formulato – Il latte artificiale deve essere impiegato solo in quei casi in cui c’è assenza di latte materno o è riscontrata una patologia della madre per cui è sconsigliato l’allattamento, o per rispetto della volontà materna; laddove è possibile, si può ricorrere alle Banche del latte umano donato (BLUD).
  • Banche del latte – Quando il latte materno non è disponibile si può ricorrere al latte umano donato da volontarie, accuratamente selezionate, che offrono il proprio latte a titolo gratuito. Nonostante il trattamento termico, necessario per inattivare batteri e virus, ne alteri parzialmente le proprietà biologiche e nutrizionali, il latte umano donato rappresenta la prima scelta nutrizionale subito dopo quello della propria madre. Rispetto alla alimentazione con formule, nei pretermine il latte umano riduce l’incidenza di enterocolite necrotizzante e migliora la tolleranza alimentare; contribuisce alla riduzione delle sepsi e altre infezioni, previene lo sviluppo di ipertensione arteriosa e insulino-resistenza in età adulta.
  • Alimentazione della mamma – Un’alimentazione appropriata deve soddisfare tutti fabbisogni, in particolare quelli energetici, proteici e di calcio, non è prevista  alcuna limitazione alimentare o dieta specifica.  Una dieta varia e sana, adeguata alle esigenze della mamma, sarà salutare per lei e per il bimbo. Non bisogna esagerare con il cibo, bastano 500 Kcal al giorno in più; non serve eliminare particolari alimenti per prevenire le allergie, né è documentato con certezza che alcuni cibi o liquidi possano far aumentare la produzione di latte. Sconsigliata la dieta vegetariana o vegana, poiché se non è ben bilanciata, mette a rischio di carenza di vitamina B12 il piccolo. Si deve limitare l’uso di alcool che, oltre a passare nel latte, può inibire la montata lattea.
  • Pretermine – Per una maggior diffusione dell’allattamento materno nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale, il primo passo da compiere è consentire ai genitori un accesso libero al reparto che permetta loro di avere contatti prolungati con il neonato, anche attraverso la marsupio-terapia. La montata lattea, condizionata negativamente dallo stress della nascita, può presentarsi a qualunque età gestazionale. Le quantità di colostro prodotte, seppur minime, sono il più delle volte sufficienti per iniziare una minima precocissima alimentazione, fondamentale nei neonati critici. Quando il latte materno, nel primo periodo dopo il parto, non è subito disponibile per i prematuri, soprattutto quelli problematici, di peso alla nascita inferiore a 1500 g ricoverati in TIN, il latte umano donato può essere considerato alla stregua di un farmaco essenziale.
  • L’empty breast – Per facilitare l’attacco al seno del neonato prematuro si spreme la mammella prima della poppata integrando eventualmente col latte spremuto. Si evita così che un pretermine ancora privo di una vigorosa suzione, venga attaccato al seno ad una mammella per lui relativamente troppo piena.
  • I falsi miti – Se durante l’allattamento si formano lesioni del capezzolo, per superare l’ostacolo, si può dare al bimbo il proprio latte estratto. In caso di malattie debilitanti, invece, come influenza, diarrea, coliche, infezioni urinarie, la decisione se sospendere o meno l’allattamento spetta alla mamma, ma è sempre bene evitare nel bambino una brusca interruzione. Sfatiamo anche il luogo comune che bere tanto (o bere la birra) aiuti a produrre più latte. L’allattamento inoltre non comporta un calo del visus e non va quindi proibito alle madri con miopia o altre patologie oculari. Anche l’insorgere di una nuova gravidanza, a meno di particolari fattori di rischio, non giustifica una precoce interruzione. La dipendenza del bambino da sua madre, implicita nell’allattamento materno di lunga durata, non va confusa poi con l’autonomia del bambino, che non ne risulta compromessa.

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Photo Credits: Facebook

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