Scandalo al Pronto Soccorso: infermieri fanno a gara di aghi, punito chi li aveva denunciati

Una storia che non fa bene all’onore degli italiani, visto che uno scandalo smascherato da un medico responsabile finisce nel peggiore dei modi: è proprio lui l’unico ad essere punito.

Una storia che ha dell’incredibile e che si è conclusa in maniera ancora più incredibile. Qualche tempo fa era balzato sulle cronache nazionali la storia di una chat cui partecipavano alcuni medici ed infermieri con troppa voglia di divertirsi. Questi avevano trovato un nuovo modo per ridere: facevano a gara di aghi sfidandosi a chi riusciva a somministrare quelli più grandi ai pazienti, noncuranti del fatto che questi fossero ovviamente più dolorosi. Il gioco è stato smascherato dal primario Vincenzo Riboni, il quale una volta scoperto cosa stava succedendo ha deciso di non coprire i medici e di denunciare l’accaduto a chi di dovere.

Il nome stesso della chat, “Gli amici di Maria”, era volto a deridere proprio Riboni (il cui secondo nome è, appunto, Maria) noto per la sua professionalità e il suo impegno pluridecennale nel campo della medicina e del volontariato. Era lui, protagonista di diverse missioni in Africa (solo per fare un esempio: alla fine del 2015 aveva riaperto la sala operatoria dell’ospedale di Lunsar, in Sierra Leone, sfidando l’epidemia dell’Ebola che ne aveva causato la chiusura) a rappresentare il vero vanto della medicina italiana. Quando però la vicenda è entrata nel vivo del suo iter legale, qualcosa è andato decisamente storto e Riboni è stato l’unico ad essere punito. Dopo una sospensione che lo costringe a restare a casa senza stipendio fino al 2 ottobre 2016, i dirigenti dell’Ulss di Vicenza gli hanno caldamente consigliato di usufruire delle molte ferie accumulate e di scivolare in modo graduale verso la pensione.

Scandalo al Pronto Soccorso: infermieri fanno a gara di aghi, punito chi li aveva denunciati

Una rottamazione in piena regola, volta a punire il suo comportamento giudicato troppo severo. L’accusa è quella di aver preso troppo sul serio un semplice gioco, a quanto affermato dal sindacato che protegge gli infermieri. Se in altri Paesi sarebbe stato lui l’eroe della situazione, in Italia il suo destino è stato agli antipodi. Il dottore si sta rivelando tuttavia molto battagliero e non sembra intenzionato a scontare un peccato che non ha commesso. La storia è destinata a proseguire ma l’onore della professione è sicuramente stata lesa (LEGGI ANCHE: SELFIE IN SALA OPERATORIA: C’È CHI DIFENDE I MEDICI MENTRE L’ORDINE AVVIA PROCEDURE PUNITIVE). Tutta la città (sindaco compreso), per quanto possa servire, è dalla sua parte.

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