Diagnosi sbagliata: bimbo di 3 anni costretto a vivere senza gambe né dita

Poteva essere un problema di salute facilmente superabile ma l’errore del medico lo ha reso fatale: la diagnosi è stata sbagliata e al piccolo paziente di 3 anni hanno dovuto amputare gambe e dita delle mani.

Quando si parla di diagnosi che salva la vita, solitamente ci si riferisce a tumori o altre patologie altrettanto devastanti. Di certo non si pensa ad un incidente domestico di lieve entità: in quei casi si dà quasi per scontato che tutto torni al proprio posto nel giro di pochi giorni. Non ha avuto la stessa fortuna il piccolo Reuben Harvey-Smith, solo 3 anni: la mamma Louise l’ha portato all’ospedale proprio a causa di un piccolo incidente domestico.

I medici hanno preferito ricoverarlo e quando al piccolo è salita la febbre hanno pensato si trattasse di una tonsillite. La conseguenza è stata ovviamente una cura a base di antibiotici, ma Reuben non dava alcun segno di miglioramento. La febbre continuava a salire. Dopo appena 24 ore mamma Louise ha cominciato a capire cosa stava accadendo al piccolo: la situazione si era aggravata fino a mettere a repentaglio la sua vita. A quel punto i medici hanno deciso di fare analisi più approfondite e la rivelazione è stata delle più funeste.

Diagnosi sbagliata: bimbo di 3 anni costretto a vivere senza gambe né dita

Gli accertamenti hanno portato a galla una realtà tragica: Reuben aveva una sindrome da chic tossico causata da alcuni batteri che erano penetrati nella ferita rimediata nell’incidente del giorno prima. Se fossero riusciti a rendersene conto in tempo non sarebbe accaduto nulla di grave, disinfettare più in profondità l’escoriazione e procedere con cure mirate avrebbe permesso di rimandare a casa il bambino nel giro di poco tempo. Così non è stato, perché a quel punto era troppo tardi. I medici hanno dovuto amputare le gambe del piccolo dalle ginocchia in giù e la stessa operazione è toccata anche a 7 dita delle mani. A soli 3 anni e con tutta la vita davanti, Reuben ha rischiato di non farcela e comunque sarà costretto a convivere con il proprio handicap. Una vicenda che non merita certo commenti.

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