Emicrania, le cause sono nel dna: una nuova cura per sconfiggerla del tutto

L’emicrania non è dovuta esclusivamente allo stile di vita, allo stress o ad abitudini alimentari errate. Una ricerca internazionale ha individuato un legame con il dna e, di conseguenza, un nuovo modo per affrontare (e sconfiggere) questa patologia.

L’emicrania può arrivare a condizionare pesantemente la vita di una persona
, visto che alcuni individui ne soffrono in maniera cronica e non ci sono medicine né cure che tengano: quei mal di testa oppressivi, con tutti gli altri sintomi del caso (formicolio al braccio, alterazioni visive, nausea, vertigini), tendono puntualmente a ripresentarsi (LEGGI ANCHE: MAL DI TESTA, NUOVO FARMACO: UNA SOLA INIEZIONE SCONGIURA L’EMICRANIA PER SEI MESI). Una nuovissima ricerca portata avanti in maniera congiunta da un’equipe formata da scienziati americani e australiani ha analizzato più di 316mila pazienti ed è riuscita a scoprire un legame tra questa patologia e 44 varianti di dna. I dna analizzati sono stati davvero numerosi: 8 milioni di varianti appartenenti ad un totale di 60mila persone.

Dale Nyholt, autore principale dello studio, ha precisato che “le esatte cause dell’emicrania sono sconosciute e non vi sono segni riconoscibili, diagnostici e patologici. Non sappiamo cosa faccia scattare il disturbo ma studi di gemelli e di gruppi familiari indicano che l’emicrania ha una significativa componente genetica. Insomma, il dna ha un ruolo importante e identificarlo nel dettaglio permetterà con ogni probabilità di identificare la cura più adatta per guarire in maniera definitiva. Gli scienziati sanno esattamente cosa andare a cercare: identificare quella particolare variante di dna più frequente nei casi di emicrania, così da sviluppare farmaci che sappiano riequilibrare i livelli di proteine ed enzimi legati a quei geni e ridurre il rischio di attacchi.

Emicrania, le cause sono nel dna e la nuova cura la sconfiggerà del tutto

Attualmente le cure contro l’emicrania sono efficaci solamente sul 40 per cento dei malati. Il restante 60 deve affrontare gli attacchi sperando solamente che si concluda il più in fretta possibile. Questa nuova scoperta apre la strada ad un cammino che prima d’ora non era mai stato intrapreso, di conseguenza le aspettative sono decisamente alte. L’Institute of Health and Biomedical Innovation di Brisbane ha nelle proprie mani una fonte di salute più importante di quanto non si possa credere.

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