La moglie di chef Ramsay e l’aborto dopo i 40 anni: perché può succedere?

Lo chef Gordon Ramsay ha annunciato sui social l’aborto della moglie Tana. Una cosa che può succedere e che accade spesso, soprattutto dopo i 40 anni. Ma come mai?

Solo poche ore fa il “famigerato” chef britannico Gordon Ramsay ha deciso di svelare su Facebook un particolare molto privato della sua vita: la moglie Tana, 41 anni, ha perso il figlio che aspettava a causa di un aborto spontaneo. I due hanno già altri 4 figli: Megan, 17 anni, i gemelli Holly e Jack, 16 anni e Matilda, 14 anni, ma erano più che felici di diventare nuovamente genitori, nonostante non più giovanissimi.

“Ciao ragazzi, Tana e io voglio ringraziarvi tantissimo per il vostro sostegno nell’ultimo paio di settimane – ha scritto Ramsay sul suo profilo – Abbiamo avuto un weekend devastante, Tana ha purtroppo abortito il nostro quinto figlio dopo cinque mesi di gravidanza. Siamo uniti come una famiglia in via di guarigione, ma vogliamo ringraziare tutti ancora una volta per tutto il vostro straordinario sostegno. In particolare, vorrei mandare un grosso grazie alla fantastica squadra dell’ospedale di Portland per tutto quello che ha fatto”.

famiglia

Come ben sappiamo, il dramma che Tana Ramsay ha vissuto in questi giorni, è comune a moltissime donne, in special modo sopra i 40. Infatti, sebbene una quarantenne di oggi goda spesso di ottima salute, l’età si fa sentire, soprattutto per quanto riguarda la fertilità. I rischi di ipertensione, gestosi (o preeclampsia, ovvero ipertensione e altre complicazioni anche dolorose, che a volte influiscono anche sullo sviluppo del feto), disfunzioni della tiroide, problemi di coagulazione del sangue e diabete sono all’ordine del giorno.

Molto spesso, inoltre, l’aborto può essere dovuto alla presenza di un embrione anormale con malformazioni ben evidenti o aberrazioni cromosomiche le quali possono non essere evidenti. L’incidenza di anomalie cromosomiche embrionali (le cosiddette “aneuploidie”) in queste donne è superiore (60 per cento) rispetto alle donne più giovani (30 per cento) che hanno, anche loro, presentato abortività ripetuta. Che fare allora in pratica? Prima di tutto non disperare, perché dopo un aborto è possibile portare a termine una gravidanza normalmente. Ma è anche vero che per evitare un nuovo insuccesso, sarebbe bene sottoporsi a screening pre-gestazionali e farsi seguire da medici esperti. La prevenzione, come sempre, è l’unica cura.

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