Amici 15, Ale e Sergio in un quadro contro il bullismo: vittima 1 bambino su 2

I quadri messi in scena dal coreografo Giuliano Peparini per i ragazzi di Amici 15 molto spesso riprendono attualità e temi scottanti. Nella settima puntata, andata in onda il 14 maggio, è stata la volta del bullismo. In Italia 1 bambino su 2 ammette di esserne stato vittima con conseguenze gravi sia a livello fisico che psicologico.

Giuliano Peparini è il coreografo della maggior parte dei quadri messi in scena al serale di Amici 15. I ballerini sono apprezzatissimi ma ancor di più lo sono le piccole storie messe in campo da Peparini, che viene puntualmente ricoperto di complimenti. I soggetti rappresentati sono i più disparati, tuttavia i temi d’attualità rivestono un ruolo particolarmente gradito e ricorrente. La settima puntata, andata in onda il 14 maggio, non ha tradito le aspettative: Ale e Sergio, i due concorrenti rimasti in gare per la squadra blu, hanno rispettivamente ballato e cantato per rappresentare un fenomeno tanto crescente quanto preoccupante: il bullismo (LEGGI ANCHE: BAMBINI E TV: SE NE GUARDANO TROPPA, AUMENTA IL RISCHIO DI DIVENTARE VITTIME DI BULLISMO).

Inutile commentare la prova: i ragazzi hanno raccolto molto consensi e si sono aggiudicati il favore dei giudici grazie ad un’ottima performance. Oltre a questo, è stata la tematica affrontata a colpire l’attenzione e a commuovere. Quello del bullismo è un fenomeno crescente, sviluppatosi in modo esponenziale nel giro di 2-3 anni. Nel 2015 i dati riportavano cifre decisamente preoccupanti: 1 adolescente su 2 ne è stato vittima, mentre il 63,3 per cento ha ammesso di aver assistito personalmente a questo tipo di episodi. Il quadro rappresentava entrambe le facce di questa oscura medaglia: la vittima maltrattata dai suoi ‘carnefici’ e gli spettatori codardi che si coprono gli occhi senza fare nulla col solo scopo di restarne fuori.

Amici 15, Ale e Sergio in un quadro contro il bullismo: ne è vittima 1 bambino su 2

La maggior parte dei casi è caratterizzata da insulti e soprannomi, mentre alcune volte si arriva a soprusi (furti, esclusioni, derisioni) e addirittura ad aggressioni in piena regola (spintoni, percosse). Le conseguenze per i ragazzi, che per lo più si trovano nel delicato periodo dell’adolescenza, possono essere costituite da depressione, perdita dell’autostima, disagio, chiusura in se stessi. Il cantante della squadra blu Sergio Sylvestre si è detto particolarmente coinvolto dall’argomento e durante le prove dell’esibizione ha spiegato il motivo: da piccolo, quando aveva più o meno 10 anni (ora ne ha 24), veniva maltrattato a causa del colore della pelle e lui non riusciva nemmeno a parlarne con sua madre. La coreografia di Peparini, tuttavia, gli ha riservato una sorta di riscatto: è proprio lui a portare in salvo la ‘vittima’, cioè Ale, facendolo salire sulle sue potenti e protettive spalle.

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