Salute e attività fisica: spiegato perché 20 minuti al giorno riducono i rischi di morte prematura

Di solito si ragiona sull’attività fisica da fare per ottenere risultati visibili sul corpo: tonificare, perdere peso, scolpire il corpo. Ma quanta ne serve per allungare la vita evitando diabete, malattie cardiovascolari e morte prematura?

Si può quantificare l’attività fisica da fare per allungare la vita e migliorare il suo tenore generale? L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dato una risposta positiva al quesito, fissando l’obiettivo ad almeno 20 minuti al giorno per un totale di 150 minuti a settimana (non ci si riposa nemmeno durante il week-end!). Questi 20 minuti faranno certamente un gran bene all’aspetto fisico degli individui più ligi al dovere, ma lo scopo è molto più profondo: preservare il benessere fisico e mentale di adulti e anziani. Per bambini e ragazzi, invece, il numero cresce 60 minuti al giorno, da dividere tra attività sportiva moderata e intensa. Insomma, l’importante è muoversi anziché restare chiusi in ufficio o nella propria stanza a giovare ai videogiochi.

L’Oms ha voluto fissare dei paletti bene precisi al solo scopo di combattere l’inattività che dilaga soprattutto tra le ragazze (in Europa solo il 34 per cento degli adolescenti tra i 13 e i 15 anni possono essere considerati davvero ‘attivi’). Il rischio è quello di inciampare in problematiche quali sovrappeso e obesità, per poi passare da grandi a diabete, malattie cardiovascolari o respiratorie croniche, ipertensione e tumori. Se per 20 minuti al giorno si riuscisse a lasciare da parte ogni pigrizia si potrebbe ottenere una diminuzione delle morti premature pari addirittura al 25 per cento.

Ovviamente si può scegliere l’attività fisica che più si preferisce, l’importante è muoversi. Questo farà bene a cuore, polmoni, circolazione sanguigna e coronarie. Per tale ragione si potrà vivere meglio e più a lungo. Ma l’allarme sedentarietà colpisce anche l’Italia? Assolutamente sì: gli italiani sono tra i più pigri e sedentari. Eppure la posta in gioco è molto alta, visto che il rischio di ammalarsi di una delle patologie sopra citate aumenta del 5-10 per cento. Anche le spese della Sanità lievitano: l’inattività costa allo Stato oltre 910 milioni di euro ogni anno. In 46 Paesi sparsi in tutta l’Europa più della metà degli adulti sono in sovrappeso e in alcuni Stati si raggiunge addirittura il 70 per cento della popolazione. I dati sono allarmanti e impongono una presa di coscienze profonda: restare seduti senza reagire non è davvero concesso.

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