Influenza 2016, il ‘picco’ è in ritardo: colpa del freddo che non arriva

Se si continua di questo passo, l’inverno 2015-2016 sarà ricordato come il più mite degli ultimi anni. Le temperature sono al di sopra delle medie stagionali nella maggior parte delle ragioni italiane e questo si riflette su un aspetto più di qualunque altro: la salute degli italiani. Il picco dell’influenza era previsto per la fine del 2015 e l’inizio del 2016, eppure i dati hanno smentito le precedenti proiezioni visto che non si è ancora superato il milione di casi. A Capodanno sono stati poco meno di 100.000 gli ammalati, mentre nel periodo che va dal 28 dicembre al 3 gennaio si è raggiunta quota 745.600 (monitoraggio a cura del sistema Influnet e dell’Istituto Superiore di Sanità).

Piemonte, Lazio, Campania, Sardegna, Basilicata e la provincia di Trento sono le aree più colpite dai malanni ma nel complesso le influenze sono state poco meno di 800.000, mentre nel 2014-2015 il numero dei casi verificatisi a questo punto della stagione era di 1.031.000. In linea teorica si era parlato anche di una possibile influenza suina, ma la realtà di fatti per fortuna sta prendendo strade diverse. Il motivo principale è appunto legato al meteo: il freddo tarda ad arrivare e questo sta preservando la buona salute degli italiani (ma peggiora le allergie ai pollini).

Il virologo Fabrizio Pregliasco ha così sintetizzato la situazione: “Il non ‘decollo’ dell’influenza è dovuto essenzialmente all’andamento meteorologico: il freddo è arrivato solo ora e gli effetti li vedremo tra un po’. La situazione si sta evolvendo e nelle prossime settimane entreremo nel vivo. In alcune regioni c’è già qualche segnale e un altro fattore importante è la riapertura delle scuole, perché i piccoli si infettano durante le Feste e poi diffondono agli altri il virus, contagiando a loro volta anche genitori e nonni. Di sicuro nessuno ha fretta di innalzare le statistiche e proprio per questo motivo tenersi pronti aiuterà a mantenere le soglie al di sotto delle iniziali previsioni.

Foto: Facebook

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