Quello che riguarda la marijuana è un argomento delicato e soprattutto sempre più discusso. È giusto liberalizzarla? Fa davvero bene alla salute? Mentre la prima domanda troverà una risposta da parte del Governo ben presto, visto che proprio in questi giorni è in discussione alla Camera il disegno di legge numero 3328 per la depenalizzazione della coltivazione e del commercio della cannabis, per soddisfare il secondo quesito ci sono fior fiori di studi. L’ultimo, decisamente interessante, concerne l’efficacia della pianta come cura per l’epilessia o meglio, per alcune forme di questa malattia. E soprattutto quando i pazienti sono ancora giovani.
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Condotta dal New York University Langone Comprehensive Epilepsy Center e presentata a Washington in occasione del congresso dell’American Academy of Neurology, la ricerca prende spunto da risultati di studi già noti e sottolinea alcune proprietà curanti che si trovano all’interno della marijuana. Il cannabidiolo, in particolare, è un composto estratto dalla cannabis in grado di ridurre della metà gli attacchi in chi soffre di forme gravi di epilessia. Come precisa il dottor Orrin Devinsky, a capo della ricerca, dopo gli interessanti risultati seguiti all’indagine preliminare realizzata su pazienti con la sindrome di Dravet e la sindrome di Lennaux-Gastaut, ora si è passati al livello successivo e si è creato un farmaco, chiamato Epidolex, che ora è giunto alla terza fase di sperimentazione.
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Dopo aver assunto questo medicinale, formato per lo più da cannabiolo, per tre mesi (in forma liquida, per bocca e tutti i giorni) il numero di attacchi epilettici dei ricoverati era diminuito del 54% dall’inizio dello studio e solo una piccola percentuale (circa il 6 per cento) ha dovuto interrompere l’assunzione a causa degli effetti collaterali (comunque non gravi visto che si parla di sonnolenza, diarrea, stanchezza e perdita di appetito). Per capire l’effettiva efficacia del composto saranno necessari trial più grandi che ne paragonino gli effetti con un placebo e un ulteriore controllo. Non si grida ancora al miracolo quindi (anche se c’è un prete in America che di recente ha fondato una religione in cui si osanna la marijuana), ma lo studio è molto promettente.
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