La giusta quantità di cibo? Le mani come unità di misura per non esagerare

Siamo tutti concordi nel dire che bisognerebbe prediligere un’alimentazione salutare, facendo attenzione a mangiare con regolarità frutta e verdura e senza esagerare con gli zuccheri. A volte, però, le buone intenzioni non bastano: anche stando attenti a non assumere troppe calorie, si corre comunque il rischio di mangiare quantità eccessive di cibo. Sovrastimare le dosi è un errore molto più comune di quel che si pensi e chi decide di non ricorrere alla bilancia alimentare finisce, secondo gli esperti dello United States Department of Agricolture, per mangiare meno fibre vegetali di quelle consigliate e più dolci e latticini. La British Dietetic Association ha messo a punto un sistema geniale nella sua semplicità e tra l’altro già utilizzato da molte persone: usare come unità di misura le mani. E ha stilato una vera e propria guida.

In Italia era già stato realizzato uno studio sugli standard quantitativi delle porzioni redatto dalla SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) ed è senza dubbio una fonte preziosa perché fornisce porzioni espresse non solo in grammi, ma misurabili con l’aiuto di cucchiai, cucchiaini, bicchieri e altri oggetti che facilmente si trovano nella cucina di ognuno. Il problema è che non sempre si possono avere a portata di mano e quindi si torna al problema di partenza. Quale che sia il regime alimentare scelto, saper quantificare il cibo che state per mangiare è fondamentale e, anche se non è molto scientifico, questo metodo “manuale” può aiutare in modo significativo.

Per quanto riguarda la carne, 100 grammi equivalgono al palmo della mano, mentre lo spessore è quello di un mazzo di carte. La quantità consigliata per il pesce bianco, cibo molto povero di grassi e calorie, è 150 grammi, ovvero la lunghezza di una mano distesa (dita incluse). E ancora: una porzione di verdure dovrebbe essere almeno della dimensione del pugno, mentre per spuntino sano e nutriente si può approfittare di una manciata di noci e semi. E così via. Pronti a “prendere” in mano la vostra routine alimentare?

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