Lo smalto fa ingrassare: bisognerà scegliere tra unghie alla moda e dieta?

I cultori della linea e dovranno stare attenti ad un nuovo inaspettato nemico se non vogliono avere brutte sorprese quado saliranno nuovamente sulla bilancia: lo smalto. L’Environmental Working Group, in collaborazione con un ente americano particolarmente sensibile all’ambiente, ha controllato le etichette di questi prodotti trovando quantità di trifenile fosfato (detto anche TPHP). La sua presenza è risultata piuttosto preoccupante, visto che si tratta di un composto tossico utilizzato anche nella fabbricazione della plastica. Il pregio è quello di rendere lo smalto più resistente eppure in origine era stato pensato come un “interferente endocrino”, ovvero una sostanza capace di legarsi agli ormoni come antagonisti per alterare alcune funzioni del sistema endocrino. La preoccupazione deriva dall’assorbimento rapido del prodotto da parte del corpo: anche un solo strato di smalto comporta la sua assunzione.

Alcuni ricercatori americani sono stati spinti ad effettuare studi più accurati in materia. Così la Duke University ha analizzato decine di smalti prodotti da aziende diverse. Il TPHP era presente nella maggior parte di essi, mentre una minoranza lo conteneva senza nemmeno menzionarlo sull’etichetta. Solo un paio ne erano completamente privi. Analizzando l’urina di alcune volontarie che avevano applicati gli smalti sulle proprie unghie (che molto dicono sulla salute del proprio corpo) sono stati notati livelli particolarmente alti di fosfato di difenile. Ciò ha dimostrato che il corpo metabolizza il TPHP e la prima conseguenza è quella di influenzare metabolismo e ormoni.

Colorare le proprie unghie, quindi, potrebbe causare problemi sia al corpo che alla linea. Se per restare in forma bisogna tenersi alla larga da molti peccati di gola, la lista delle rinunce potrebbe allungarsi ulteriormente con lo smalto. Certamente un uso sporadico del prodotto limita i rischi per la salute, tuttavia il consiglio è ovviamente quello di utilizzarlo con parsimonia. Lo studio continuerà allo scopo di chiarire ulteriormente la faccenda. In attesa di saperne di più, meglio non usarlo con troppa frequenza.

Foto: Facebook

Impostazioni privacy