Calvizie e virilità, uno studio sfata il mito: chi perde i capelli è meno fertile

Bruce Willis è da anni l’immagine del perfetto macho ed è anche grazie a lui che si è affermato il mito secondo cui gli uomini calvi sono più virili. Ora però la scienza fa un brutto scherzo alle donne che hanno sempre sognato di creare una famiglia con un tipo che somigliasse al divo hollywoodiano (magari senza la canottiera sporca): un recente studio di una università inglese, pubblicato sul giornale scientifico Dermatologica Sinica, demolisce questo ideale, rovesciandone completamente il risultato. La ricerca dimostra infatti che coloro che perdono i capelli relativamente presto, ovvero intorno ai 30/35 anni, sono anche i meno fertili.

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Il conteggio degli spermatozooi di chi soffre di moderata o grave calvizie è nel 60% dei casi inferiore a chi ha una folta chioma e la differenza quantitativa arriva quasi a toccare la significativa percentuale del 20%. Emerge quindi che i cambiamenti ormonali associati alla perdita dei capelli possono anche influenzare negativamente lo sperma e questo legame è stato messo in correlazione con un altro dato che riguarda nello specifico il Regno Unito, dove, solo nel 2014, tre milioni e mezzo di maschietti hanno lamentato una difficoltà a fecondare le rispettive partner. Di questi, addirittura uno su sette ha sofferto prima di compiere 40 anni di alopecia androgenetica, o calvizie maschile, a conferma dei risultati emersi dal primo sondaggio.

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L’importante scoperta sarà adesso oggetto di approfondimenti da parte dei ricercatori britannici ma anche di ulteriori studi al di fuori del Vecchio Continente, con due istituti medici statunitensi che si sono interessati a questi risultati e presto li confronteranno con i propri. Quel che risulta certo è che il testosterone non rientra nell’equazione calvizie/virilità, come ritenuto da molte persone prima di questa ricerca, anche se è scientificamente provato che il metabolismo intracellulare del testosterone influenza in modo rilevante il ciclo vitale dei capelli. Ma al massimo li può rendere più sottili, dando solo l’impressione di averli persi.

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